il culto di San Nicola, arrivato in Inghilterra prima della conquista normanna del 1066, ha conosciuto un’ampia diffusione sull’isola, grazie all’influenza di numerosi vescovi inglesi che, tra X e XI secolo, si erano formati in Lorena e in Normandia, dove il culto del santo era arrivato in epoca precoce, grazie anche ad intense relazioni tra l’abbazia di Bec e la diocesi di Canterbury. A partire dall’XI secolo, furono composte e/o diffuse sul territorio inglese Vitae e raccolte di miracoli che evidenziano soprattutto il patronato di Nicola sul mare, la lotta alle ingiustizie, il rapporto privilegiato con il mondo dell’infanzia, della scuola e poi dell’Università, quest’ultimo presupposto fondamentale per l’inserimento della drammatizzazione degli episodi della sua vita nei miracle plays e la celebrazioni della festa del boy bishop o episcopellus, che ebbe una enorme diffusione in numerosi Paesi europei (Francia, Inghilterra, Germania). Tuttavia, con il passare del tempo, il carattere trasgressivo della festa ebbe il sopravvento sugli aspetti più legati agli episodi attribuiti al vescovo di Myra (tre fanciulle; Tre clerici): la carità verso i poveri, l’attenzione agli ultimi, la difesa dei deboli. La nuova temperie culturale, sociale e spirituale, avviata con la Riforma protestante e con l’Elizabethan Settlement, portarono alla soppressione della festa e delle relative rappresentazioni e ad un ridimensionamento del culto, di cui si smarrirono progressivamente le radici storiche. Alcuni elementi/episodi legati all’origine e all’evoluzione del suo culto - l’episodio delle tre fanciulle, uno dei più noti; i rapporti con il mondo dell’infanzia; la diffusione nei Paesi del Nord Europa; la coincidenza della festa liturgica nel periodo dell’Avvento - hanno contribuito a quella inarrestabile, ma ingiustificata, trasformazione di San Nicola in Santa Klaus.

Il culto di San Nicola in Inghilterra: vescovi, miracoli, rappresentazioni e pellegrinaggi

CAMPIONE, Ada
2016-01-01

Abstract

il culto di San Nicola, arrivato in Inghilterra prima della conquista normanna del 1066, ha conosciuto un’ampia diffusione sull’isola, grazie all’influenza di numerosi vescovi inglesi che, tra X e XI secolo, si erano formati in Lorena e in Normandia, dove il culto del santo era arrivato in epoca precoce, grazie anche ad intense relazioni tra l’abbazia di Bec e la diocesi di Canterbury. A partire dall’XI secolo, furono composte e/o diffuse sul territorio inglese Vitae e raccolte di miracoli che evidenziano soprattutto il patronato di Nicola sul mare, la lotta alle ingiustizie, il rapporto privilegiato con il mondo dell’infanzia, della scuola e poi dell’Università, quest’ultimo presupposto fondamentale per l’inserimento della drammatizzazione degli episodi della sua vita nei miracle plays e la celebrazioni della festa del boy bishop o episcopellus, che ebbe una enorme diffusione in numerosi Paesi europei (Francia, Inghilterra, Germania). Tuttavia, con il passare del tempo, il carattere trasgressivo della festa ebbe il sopravvento sugli aspetti più legati agli episodi attribuiti al vescovo di Myra (tre fanciulle; Tre clerici): la carità verso i poveri, l’attenzione agli ultimi, la difesa dei deboli. La nuova temperie culturale, sociale e spirituale, avviata con la Riforma protestante e con l’Elizabethan Settlement, portarono alla soppressione della festa e delle relative rappresentazioni e ad un ridimensionamento del culto, di cui si smarrirono progressivamente le radici storiche. Alcuni elementi/episodi legati all’origine e all’evoluzione del suo culto - l’episodio delle tre fanciulle, uno dei più noti; i rapporti con il mondo dell’infanzia; la diffusione nei Paesi del Nord Europa; la coincidenza della festa liturgica nel periodo dell’Avvento - hanno contribuito a quella inarrestabile, ma ingiustificata, trasformazione di San Nicola in Santa Klaus.
2016
978-88-95945-19-4
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