Il periodo tra i 14 e i 18 anni rappresenta una fase importante nella vita di un giovane, perché segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. In questo periodo, o anche più precocemente, generalmente i minori vivono i loro primi rapporti di coppia e le loro prime esperienze sessuali. Come per gli adulti, ma con modalità, forme espressive, comportamenti, differenti, anche nel periodo adolescenziale, l’esercizio dell’affettività della sessualità, può divenire reato. Se è più semplice immaginare ciò per gli adulti, una maggiore complessità e difficile decifrabilità del fenomeno “abuso sessuale”, attiene l’esperienza dei comportamenti sessualmente violenti in adolescenza. I juvenile sex offenders, rappresentano una popolazione eterogenea che va dall’insufficiente mentale che reperisce un oggetto sessuale più vulnerabile di lui, al ragazzo apparentemente adeguato che però si lascia coinvolgere e partecipa ad una violenza o stupro di gruppo, a situazioni che sembrano avere inizio come “un gioco adolescenziale” e poi assumono i profili del comportamento penalmente rilevante, alle situazione in cui franca ed evidente appare la psicopatologia degli autori e a volte anche delle vittime. La comunicazione che presentiamo vuole essere una occasione per presentare i primi dati di una complessa ricerca che ha visto coinvolti ricercatori di tre sezioni universitarie della Facoltà Scuola di Medicina della Università di Bari (Criminologia e Psicopatologia Forense, Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile), in stretta collaborazione e sinergia con il Centro di Giustizia Minorile della Regione Puglia che ha fornito un contributo notevole ed indispensabile per il reclutamento dei soggetti da esaminare. La ricerca è stata anche una occasione concreta di confronto tra studiosi, ricercatori, operatori esperti di tale complesso fenomeno e tra operatori del mondo della Criminologia e della Psichiatria Forense, della Clinica e della Giustizia Minorile, impegnati non solo nell’aspetto valutativo ma anche in quello rieducativo-trattamentale, nonchè delle decisioni giudiziarie da adottare nei confronti dei minori che si rendono responsabili di questo particolare e oltremodo complesso tipo di reato.

Juvenile Sex Offenders: personality profile, coping styles and parental care

F. Margari;L. Margari;P. Lecce;I. Grattagliano
2015-01-01

Abstract

Il periodo tra i 14 e i 18 anni rappresenta una fase importante nella vita di un giovane, perché segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. In questo periodo, o anche più precocemente, generalmente i minori vivono i loro primi rapporti di coppia e le loro prime esperienze sessuali. Come per gli adulti, ma con modalità, forme espressive, comportamenti, differenti, anche nel periodo adolescenziale, l’esercizio dell’affettività della sessualità, può divenire reato. Se è più semplice immaginare ciò per gli adulti, una maggiore complessità e difficile decifrabilità del fenomeno “abuso sessuale”, attiene l’esperienza dei comportamenti sessualmente violenti in adolescenza. I juvenile sex offenders, rappresentano una popolazione eterogenea che va dall’insufficiente mentale che reperisce un oggetto sessuale più vulnerabile di lui, al ragazzo apparentemente adeguato che però si lascia coinvolgere e partecipa ad una violenza o stupro di gruppo, a situazioni che sembrano avere inizio come “un gioco adolescenziale” e poi assumono i profili del comportamento penalmente rilevante, alle situazione in cui franca ed evidente appare la psicopatologia degli autori e a volte anche delle vittime. La comunicazione che presentiamo vuole essere una occasione per presentare i primi dati di una complessa ricerca che ha visto coinvolti ricercatori di tre sezioni universitarie della Facoltà Scuola di Medicina della Università di Bari (Criminologia e Psicopatologia Forense, Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile), in stretta collaborazione e sinergia con il Centro di Giustizia Minorile della Regione Puglia che ha fornito un contributo notevole ed indispensabile per il reclutamento dei soggetti da esaminare. La ricerca è stata anche una occasione concreta di confronto tra studiosi, ricercatori, operatori esperti di tale complesso fenomeno e tra operatori del mondo della Criminologia e della Psichiatria Forense, della Clinica e della Giustizia Minorile, impegnati non solo nell’aspetto valutativo ma anche in quello rieducativo-trattamentale, nonchè delle decisioni giudiziarie da adottare nei confronti dei minori che si rendono responsabili di questo particolare e oltremodo complesso tipo di reato.
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