La problematica da cui parte questo contributo deriva dalla necessità di identificare zone a rischio (hot spot), caratterizzate da situazioni di disagio sociale e abitativo nell’area urbana nell’area urbana del Comune di Bari sulla base dei dati derivanti dall’ultimo Censimento della Popolazione e delle Abitazioni del 2001 realizzato dall’Istat. A tale obiettivo si perviene in primo luogo attraverso la definizione e costruzione di indicatori tipici del disagio abitativo, che siano in grado di stimare la povertà nelle piccole aree, e in secondo luogo attraverso l’impiego di metodi di cluster territoriali che consentano di aggregare unità spaziali territorialmente contigue attraverso la imposizione di vincoli alle diverse unità componenti ogni cluster (Patil, Taillie, 2004; Kulldorff, Nagarwalla, 1995). Di particolare interesse metodologico è il metodo denominato SaTScan (Kulldorff, 1997) il quale si basa sulla individuazione di una “finestra circolare”, a raggio di lunghezza variabile tra 0 e una misura prefissata, in una posizione equivalente ad un centroide di riferimento.
L’approccio fuzzy per la valutazione della povertà urbana
PERCHINUNNO, Paola;MONTRONE, Silvestro;
2008-01-01
Abstract
La problematica da cui parte questo contributo deriva dalla necessità di identificare zone a rischio (hot spot), caratterizzate da situazioni di disagio sociale e abitativo nell’area urbana nell’area urbana del Comune di Bari sulla base dei dati derivanti dall’ultimo Censimento della Popolazione e delle Abitazioni del 2001 realizzato dall’Istat. A tale obiettivo si perviene in primo luogo attraverso la definizione e costruzione di indicatori tipici del disagio abitativo, che siano in grado di stimare la povertà nelle piccole aree, e in secondo luogo attraverso l’impiego di metodi di cluster territoriali che consentano di aggregare unità spaziali territorialmente contigue attraverso la imposizione di vincoli alle diverse unità componenti ogni cluster (Patil, Taillie, 2004; Kulldorff, Nagarwalla, 1995). Di particolare interesse metodologico è il metodo denominato SaTScan (Kulldorff, 1997) il quale si basa sulla individuazione di una “finestra circolare”, a raggio di lunghezza variabile tra 0 e una misura prefissata, in una posizione equivalente ad un centroide di riferimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.