Gli effetti ecologicamente e socialmente distruttivi dell’economia globale rendono urgente la necessità che i territori e le società locali diventino contesti privilegiati di una democrazia e di una cittadinanza attiva finalizzate alla sostenibilità. Fra gli ostacoli maggiori che si frappongono a questa prospettiva in questo testo viene considerata la supremazia che il liberalismo e il neoliberalismo hanno conquistato storicamente su ogni altra cultura politica, riducendo sostanzialmente la libertà dei cittadini al perseguimento degli interessi privati e la funzione dei governi alla promozione dell’economia di mercato. In questo contesto, la cittadinanza attiva tendente a scopi trans-economici, quale è la difesa del territorio inteso come ‘bene comune’, incontra difficoltà radicali ad essere legittimata proprio perché essa è irriducibile all’idea del confronto fra interessi che i governi dovrebbero rappresentare politicamente e soddisfare economicamente. La prevalenza delle politiche neoliberali oggi rende ancora più grave questa situazione, poiché esse, da un lato, tendono ad affrontare le questioni territoriali soprattutto quando si trasformano in emergenze ambientali, dall’altro, favoriscono apertamente il protagonismo degli attori economici privati nelle strategie di ‘riqualificazione’ e di ‘rigenerazione’ finalizzate soprattutto a rendere economicamente competitive le città e i territori sulla scena della globalizzazione. Per rigenerare le sorti della democrazia e della sostenibilità in un quadro simile occorrerebbe dare risposte a domande come la seguente: è possibile oggi attivare e rendere permanenti politiche democratiche e pratiche di governo pienamente legittimate a limitare l’‘autonomia dell’economico’, più che quella delle azioni politiche e civiche che prescindono dall’economia?

Democrazia e territorio nell'epoca del liberalismo post-democratico: alla ricerca di un framework di riferimento

MARZOCCA, Ottavio
2012-01-01

Abstract

Gli effetti ecologicamente e socialmente distruttivi dell’economia globale rendono urgente la necessità che i territori e le società locali diventino contesti privilegiati di una democrazia e di una cittadinanza attiva finalizzate alla sostenibilità. Fra gli ostacoli maggiori che si frappongono a questa prospettiva in questo testo viene considerata la supremazia che il liberalismo e il neoliberalismo hanno conquistato storicamente su ogni altra cultura politica, riducendo sostanzialmente la libertà dei cittadini al perseguimento degli interessi privati e la funzione dei governi alla promozione dell’economia di mercato. In questo contesto, la cittadinanza attiva tendente a scopi trans-economici, quale è la difesa del territorio inteso come ‘bene comune’, incontra difficoltà radicali ad essere legittimata proprio perché essa è irriducibile all’idea del confronto fra interessi che i governi dovrebbero rappresentare politicamente e soddisfare economicamente. La prevalenza delle politiche neoliberali oggi rende ancora più grave questa situazione, poiché esse, da un lato, tendono ad affrontare le questioni territoriali soprattutto quando si trasformano in emergenze ambientali, dall’altro, favoriscono apertamente il protagonismo degli attori economici privati nelle strategie di ‘riqualificazione’ e di ‘rigenerazione’ finalizzate soprattutto a rendere economicamente competitive le città e i territori sulla scena della globalizzazione. Per rigenerare le sorti della democrazia e della sostenibilità in un quadro simile occorrerebbe dare risposte a domande come la seguente: è possibile oggi attivare e rendere permanenti politiche democratiche e pratiche di governo pienamente legittimate a limitare l’‘autonomia dell’economico’, più che quella delle azioni politiche e civiche che prescindono dall’economia?
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