Il mutamento degli strumenti analitici e degli oggetti di indagine che segna la storiografia politica di oggi ha investito solo in parte il tema classico dell'aristocratizzazione nelle città italiane cinque-seicentesche. Questa viene spesso descritta lungo il filo delle norme e rappresentata come occupazione del potere urbano da parte di oligarchie patrizie sempre più ristrette, assediate dalla massa degli esclusi. In questo studio lo spazio politico urbano presenta confini problematici e si va riorganizzando lungo linee di cui il mutare delle norme non sa dare conto compiutamente. La costituzione materiale di Monopoli, grande centro agricolo-mercantile del Mezzogiorno adriatico, emerge dalla dialettica dei poteri urbani e di quelli esterni, dall'intreccio della dimensione pubblica e di quella privata, dai conflitti giuridici e dalle violenze diffuse più o meno legittimate. L'ordinamento della città, più che includere i pochi ed escludere i più, tende a gerarchizzare la compagine sociale e a emarginare pezzi consistenti; e comunque esso lascia sopravvivere forme incisive di comunicazione politica che coinvolgono angoli remoti dello spazio urbano. Il linguaggio politico segna così la dialettica sociale anche nei momenti in cui gli emarginati diventano protagonisti:. collocati, appunto, ai margini e non al di fuori della scena politica, essi ne conoscono pratiche e linguaggi e li adoperano anche quando sembra loro possibile mettere il mondo sottosopra.
La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento
CARRINO, Annastella
2000-01-01
Abstract
Il mutamento degli strumenti analitici e degli oggetti di indagine che segna la storiografia politica di oggi ha investito solo in parte il tema classico dell'aristocratizzazione nelle città italiane cinque-seicentesche. Questa viene spesso descritta lungo il filo delle norme e rappresentata come occupazione del potere urbano da parte di oligarchie patrizie sempre più ristrette, assediate dalla massa degli esclusi. In questo studio lo spazio politico urbano presenta confini problematici e si va riorganizzando lungo linee di cui il mutare delle norme non sa dare conto compiutamente. La costituzione materiale di Monopoli, grande centro agricolo-mercantile del Mezzogiorno adriatico, emerge dalla dialettica dei poteri urbani e di quelli esterni, dall'intreccio della dimensione pubblica e di quella privata, dai conflitti giuridici e dalle violenze diffuse più o meno legittimate. L'ordinamento della città, più che includere i pochi ed escludere i più, tende a gerarchizzare la compagine sociale e a emarginare pezzi consistenti; e comunque esso lascia sopravvivere forme incisive di comunicazione politica che coinvolgono angoli remoti dello spazio urbano. Il linguaggio politico segna così la dialettica sociale anche nei momenti in cui gli emarginati diventano protagonisti:. collocati, appunto, ai margini e non al di fuori della scena politica, essi ne conoscono pratiche e linguaggi e li adoperano anche quando sembra loro possibile mettere il mondo sottosopra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.