Formazione, lavoro e soggetti deboli

Un rinnovato interesse per la formazione, e quella professionale in modo specifico, è soprattutto frutto della crisi occupazionale che ha caratterizzato gli ultimi anni del XX secolo. Il diffondersi della consapevolezza che per affrontare le difficoltà di funzionamento del mercato del lavoro e quindi della non occupazione occorreva prevedere, in uno scenario di crescita e di modernizzazione dell’economia, una grande strategia di qualificazione e riqualificazione del capitale umano legato all’intero ciclo della vita, ha portato a dover ripensare le modalità di formazione. La scelta della prospettiva pedagogica, in tale lavoro, nasce dal ruolo che essa oggi occupa e cioè quello di una scienza che, dialogando con tutti gli altri sapere dell’educazione (sociologia, psicologia, antropologia, filosofia, etc.), è deputata sia al riesame critico dei problemi che riguardano l’educazione e la formazione, sia alla gestione riflessiva di quell’orizzonte comune in cui sono incastonati i vari saperi educativi, un orizzonte che affronta la scelta dei modelli, la determinazione degli obiettivi, l’interpretazione dei processi. Questo volume si colloca all’interno delle iniziative che la Comunità Europea finanzia per sostenere i processi di sviluppo economico e sociale dei Paesi Membri. L’iniziativa cuio afferisce- Youthstart- “Occupazione e sviluppo delle risorse umane”-è sostenuta dal Fondo Sociale Europeo che si pone l’obiettivo di migliorare le possibilità di accesso al mercato del lavoro dei soggetti a più alto rischio di esclusione attraverso la sperimentazione di modelli formativi innovativi. Esso, però, pur avendo come destinatario previlegiato il formatore professionale, può essere utile ad ogni operatore didattico dell’ambito sia formale che informale, in quanto mira ad offrire stimoli per impostare, fronteggiare e trovare soluzioni alle nuove esigenze formative.