I 'modelli' e le 'maniere' qui delineati puntano a caratterizzare una vicenda complessiva dell'istituto 'lirica' ossia la fenomenologia complessa dei soggetti-produttori di poesia e delle loro pratiche retoriche. L'attenzione è posta principalmente sui testi e sui codici semiotici che li rendono organici ad un sistema della comunicazione 'lirica'. Dalle peculiarità musicali delle scritture liriche di primo '500 (capofila indiscusso Jacopo Sannazaro) al senso altamente standardizzato e 'socializzante' dell'esercizio poetico per le raccolte (rime in lode, in onore, in morte, etc.), si stagliano le prove dei poeti più consapevoli e attivi come Tansillo, Minturno, Rota, Paterno e tanti altri, nei quali la dialettica fra cultura umanistica ereditata e innovazione, fra convenzione classicistica e 'riuso', è ricostruita nel suo legame con lo spazio socio-culturale delle corti all'interno del Viceregno. Ne emerge un tempo di notevoli mutamenti ideologici, di sensibilità e di orientamenti estetici, sotto la spinta di un mercato culturale sempre più proteso ad unificarsi nel segno delle grandi imprese editoriali di risonanza extra-napoletana, improntate al riuso del grande paradigma petrarchistico, con l'esito della fissazione di un nuovo e più largo 'canone' della poesia italiana.

Modelli e maniere. Esperienze poetiche del Cinquecento meridionale

GIRARDI, Raffaele
1999-01-01

Abstract

I 'modelli' e le 'maniere' qui delineati puntano a caratterizzare una vicenda complessiva dell'istituto 'lirica' ossia la fenomenologia complessa dei soggetti-produttori di poesia e delle loro pratiche retoriche. L'attenzione è posta principalmente sui testi e sui codici semiotici che li rendono organici ad un sistema della comunicazione 'lirica'. Dalle peculiarità musicali delle scritture liriche di primo '500 (capofila indiscusso Jacopo Sannazaro) al senso altamente standardizzato e 'socializzante' dell'esercizio poetico per le raccolte (rime in lode, in onore, in morte, etc.), si stagliano le prove dei poeti più consapevoli e attivi come Tansillo, Minturno, Rota, Paterno e tanti altri, nei quali la dialettica fra cultura umanistica ereditata e innovazione, fra convenzione classicistica e 'riuso', è ricostruita nel suo legame con lo spazio socio-culturale delle corti all'interno del Viceregno. Ne emerge un tempo di notevoli mutamenti ideologici, di sensibilità e di orientamenti estetici, sotto la spinta di un mercato culturale sempre più proteso ad unificarsi nel segno delle grandi imprese editoriali di risonanza extra-napoletana, improntate al riuso del grande paradigma petrarchistico, con l'esito della fissazione di un nuovo e più largo 'canone' della poesia italiana.
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