Ricoeur riflette sul contributo delle neuroscienze e, pur condividendone i progressi in tale campo, non accetta il riduzionismo fisicalista, perché l’agire umano è così complesso che per essere compreso ha bisogno di essere supportato da un dialogo interdisciplinare. Non deve prevalere, secondo Ricoeur, la tentazione della reductio ad unum di tutte le discipline, che non possono essere viste come ancelle delle neuroscienze, le quali vanno sì considerate scienze del futuro, ma mai esclusive. La riflessione del pensatore francese apre la strada ad una antropologia filosofica non dualista, capace di rendere ragione dell’unità psico- somatica della persona, per cui le stesse capacità mentali possono essere comprese nel contesto dell’organizzazione complessiva dell’organismo e quindi in un rapporto di totalità dell’organismo e della vita. La stessa vita e l’esercizio della coscienza, che per Ricoeur è uno spazio di deliberazione per le esperienze di pensiero in cui si esercita il giudizio morale, sono costituiti dall’interazione con “l’intero dell’essere” proprio perché la vita è l’intero che abbraccia sia la mente sia il corpo, e quindi tutto l’organismo in una dialettica connessionista. Il ripensamento del «principio persona» deve essere sorretto da un paradigma relazionale delle neuroscienze e quindi necessariamente supportato da una relazionalità aperta e non totalizzante, che potrà così contribuire a costruire una nuova concezione dell’uomo, della scienza, e dello sviluppo delle stesse neuroscienze e in cui potrà vivere un rapporto più proficuo tra il bios, il logos e l’ethos.
LA PERSONA E L'IMPEGNO ETICO. MOUNIER E LE SFIDE DELLA COMPLESSITÀ
INDELLICATO, Michele
2001-01-01
Abstract
Ricoeur riflette sul contributo delle neuroscienze e, pur condividendone i progressi in tale campo, non accetta il riduzionismo fisicalista, perché l’agire umano è così complesso che per essere compreso ha bisogno di essere supportato da un dialogo interdisciplinare. Non deve prevalere, secondo Ricoeur, la tentazione della reductio ad unum di tutte le discipline, che non possono essere viste come ancelle delle neuroscienze, le quali vanno sì considerate scienze del futuro, ma mai esclusive. La riflessione del pensatore francese apre la strada ad una antropologia filosofica non dualista, capace di rendere ragione dell’unità psico- somatica della persona, per cui le stesse capacità mentali possono essere comprese nel contesto dell’organizzazione complessiva dell’organismo e quindi in un rapporto di totalità dell’organismo e della vita. La stessa vita e l’esercizio della coscienza, che per Ricoeur è uno spazio di deliberazione per le esperienze di pensiero in cui si esercita il giudizio morale, sono costituiti dall’interazione con “l’intero dell’essere” proprio perché la vita è l’intero che abbraccia sia la mente sia il corpo, e quindi tutto l’organismo in una dialettica connessionista. Il ripensamento del «principio persona» deve essere sorretto da un paradigma relazionale delle neuroscienze e quindi necessariamente supportato da una relazionalità aperta e non totalizzante, che potrà così contribuire a costruire una nuova concezione dell’uomo, della scienza, e dello sviluppo delle stesse neuroscienze e in cui potrà vivere un rapporto più proficuo tra il bios, il logos e l’ethos.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.