Alfred Döblin (1878-1957) pubblicò Rinnovamento ebraico nel novembre del 1933, in esilio a Parigi. Il saggio offre una lucida analisi della situazione politica e sociale dell'ebraismo e delle sue prospettive di rinnovamento alla luce della cesura storica costituita dall'avvento del nazismo. Tramontata l'illusione di un'assimilazione nella cultura tedesca, gli ebrei devono, secondo l'autore di Berliner Alexanderplatz, ricostituire un'identità non solo culturale, ma di popolo, e rivendicare così i loro diritti e doveri in quanto minoranza. Il saggio afferma con forza la necessità di un territorio in cui gli ebrei possano insediarsi. Pur valutando positivamente il movimento sionista, Döblin ritiene però la Palestina troppo piccola per offrire alla lunga spazio sufficiente per accogliere tutti gli ebrei e sostiene una politica di insediamento estesa a tutto il mondo, laddove esistano condizioni politiche e demografiche favorevoli. L'esilio è dunque fine e principio: termine di un processo iniziato con l'illuminismo e conclusosi con il nazismo, ma anche occasione per una rifondazione dell'esistenza ebraica su basi completamente differenti dal passato.

Oltre Babilonia, oltre Gerusalemme: il «rinnovamento ebraico» di Döblin e la prospettiva neoterritorialista

BOSCO, Carmela Lorella Ausilia
2008-01-01

Abstract

Alfred Döblin (1878-1957) pubblicò Rinnovamento ebraico nel novembre del 1933, in esilio a Parigi. Il saggio offre una lucida analisi della situazione politica e sociale dell'ebraismo e delle sue prospettive di rinnovamento alla luce della cesura storica costituita dall'avvento del nazismo. Tramontata l'illusione di un'assimilazione nella cultura tedesca, gli ebrei devono, secondo l'autore di Berliner Alexanderplatz, ricostituire un'identità non solo culturale, ma di popolo, e rivendicare così i loro diritti e doveri in quanto minoranza. Il saggio afferma con forza la necessità di un territorio in cui gli ebrei possano insediarsi. Pur valutando positivamente il movimento sionista, Döblin ritiene però la Palestina troppo piccola per offrire alla lunga spazio sufficiente per accogliere tutti gli ebrei e sostiene una politica di insediamento estesa a tutto il mondo, laddove esistano condizioni politiche e demografiche favorevoli. L'esilio è dunque fine e principio: termine di un processo iniziato con l'illuminismo e conclusosi con il nazismo, ma anche occasione per una rifondazione dell'esistenza ebraica su basi completamente differenti dal passato.
2008
9788880572947
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