Nell’articolo si cerca di chiarire – soprattutto attraverso la lettura di Corsi, conferenze e interventi degli ultimi anni della vita di Foucault – il significato e l’importanza fondamentale che i temi del 'governo' e della 'governamentalità' assumono come elementi di collegamento fra la genealogia della razionalità politica moderna, svolta dal filosofo francese a partire dal 1978, e la ricerca riguardante la cura di sé, da lui sviluppata nei primi anni ottanta. Riferendosi ai concetti di governo e di governamentalità diviene possibile, infatti, comprendere pienamente l’indicazione proposta dallo stesso Foucault, secondo la quale “la serie formata da: relazioni di potere – governamentalità – governo di sé e degli altri – rapporto di sé con sé, costituisce una catena, una trama”, a partire dalla quale si deve “tentare di articolare la questione della politica e quella dell’etica”. Se l’elemento più caratteristico e, al tempo stesso, più problematico della razionalità politica moderna consiste in una sorta di ‘doppio vincolo’, costituito dall’individualizzazione e dalla totalizzazione dell’esercizio del potere, uno dei compiti etici più importanti cui può rispondere colui che si prende cura di sé è di raggiungere una certa capacità di ‘autogoverno’ che lo renda relativamente libero da chi pretende di governare “tutti e ciascuno”. Nondimeno, l’uomo che si prende cura di sé si distingue nettamente dalla figura dell’individuo libero disegnata dal liberalismo: la sua critica delle pretese dei governanti non è mai disgiunta dal riconoscimento dei limiti che la complessità del mondo impone innanzitutto alle proprie pretese di esercitare senza impedimenti la propria libera iniziativa.

"Omnes et singulatim". Il doppio vincolo del governo

MARZOCCA, Ottavio
2006-01-01

Abstract

Nell’articolo si cerca di chiarire – soprattutto attraverso la lettura di Corsi, conferenze e interventi degli ultimi anni della vita di Foucault – il significato e l’importanza fondamentale che i temi del 'governo' e della 'governamentalità' assumono come elementi di collegamento fra la genealogia della razionalità politica moderna, svolta dal filosofo francese a partire dal 1978, e la ricerca riguardante la cura di sé, da lui sviluppata nei primi anni ottanta. Riferendosi ai concetti di governo e di governamentalità diviene possibile, infatti, comprendere pienamente l’indicazione proposta dallo stesso Foucault, secondo la quale “la serie formata da: relazioni di potere – governamentalità – governo di sé e degli altri – rapporto di sé con sé, costituisce una catena, una trama”, a partire dalla quale si deve “tentare di articolare la questione della politica e quella dell’etica”. Se l’elemento più caratteristico e, al tempo stesso, più problematico della razionalità politica moderna consiste in una sorta di ‘doppio vincolo’, costituito dall’individualizzazione e dalla totalizzazione dell’esercizio del potere, uno dei compiti etici più importanti cui può rispondere colui che si prende cura di sé è di raggiungere una certa capacità di ‘autogoverno’ che lo renda relativamente libero da chi pretende di governare “tutti e ciascuno”. Nondimeno, l’uomo che si prende cura di sé si distingue nettamente dalla figura dell’individuo libero disegnata dal liberalismo: la sua critica delle pretese dei governanti non è mai disgiunta dal riconoscimento dei limiti che la complessità del mondo impone innanzitutto alle proprie pretese di esercitare senza impedimenti la propria libera iniziativa.
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