Il soggetto che ascolta è un soggetto che suona o meglio ri-suona di ciò che sta ascoltando. Se suonare è vibrare in sé o da sé essere in ascolto è essere allo stesso tempo fuori e dentro, essendo aperti dal di fuori e dal di dentro: dall’uno all’altro, dunque dall’uno nell’altro (Nancy). In sostanza, attraverso l’ascolto il soggetto può fuoriuscire da se stesso, rinunciare allo spazio piccolo dell’identità e aprirsi all’alterità del sé e del suono. Ora, se l’ascolto – soprattutto se musicale – per aver senso esige un esercizio d’improvvisazione, ossia una comprensione attivamente “responsiva”, direbbe Bachtin, che non sia già data, fissata, prescritta, l’improvvisazione è la pratica musicale che più di ogni altra risulta fondata sull’ascolto.
“Ascolto, scrittura, improvvisazione”
Martino Pierpaolo
2006-01-01
Abstract
Il soggetto che ascolta è un soggetto che suona o meglio ri-suona di ciò che sta ascoltando. Se suonare è vibrare in sé o da sé essere in ascolto è essere allo stesso tempo fuori e dentro, essendo aperti dal di fuori e dal di dentro: dall’uno all’altro, dunque dall’uno nell’altro (Nancy). In sostanza, attraverso l’ascolto il soggetto può fuoriuscire da se stesso, rinunciare allo spazio piccolo dell’identità e aprirsi all’alterità del sé e del suono. Ora, se l’ascolto – soprattutto se musicale – per aver senso esige un esercizio d’improvvisazione, ossia una comprensione attivamente “responsiva”, direbbe Bachtin, che non sia già data, fissata, prescritta, l’improvvisazione è la pratica musicale che più di ogni altra risulta fondata sull’ascolto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.