Lingua e musica sono linguaggi fatti di suono; il suono, a differenza dell’immagine, tende a non creare barriere. Il suono implica immersione, ci avvolge da ogni direzione. È sostanza liquida non solida. Se è possibile voler chiudere gli occhi, non voler vedere, non è altrettanto possibile sospendere l’ascolto. Il suono è vibrazione che coinvolge direttamente il corpo. Vibrazione che ci ricorda necessariamente la presenza dell’altro, degli altri nella nostra vita di tutti i giorni. Lo spazio sonoro è spazio di traduzione, luogo di interazione, interpretazione, è commistione non solo di discorsi ma anche di linguaggi. In questo senso, il presente studio – che è parte di una ricerca di dottorato – propone un’indagine musicale della lingua parlata e in particolare dell’inglese contemporaneo, stabilendo uno stretto rapporto tra lingua e musica in quanto pratiche sociali. Si tratta – come direbbe Bachtin – di una sorta di invito a guardare un lingua «con gli occhi»1 di un’altra lingua (ovvero, linguaggio) e a pensare la traduzione non solo come testo scritto, come necessario punto d’arrivo, ma anche e soprattutto come processo. Lingua e musica sono reciprocamente traducibili in quanto pratiche discorsive, in quanto spazi di interazione, insiemi di testi aperti (non conclusi) il cui senso si costruisce sempre in un contesto di vita attraverso l’azione e la passione degli attori sociali.
“Lingua, suono, musica”
MARTINO, PIERPAOLO
2007-01-01
Abstract
Lingua e musica sono linguaggi fatti di suono; il suono, a differenza dell’immagine, tende a non creare barriere. Il suono implica immersione, ci avvolge da ogni direzione. È sostanza liquida non solida. Se è possibile voler chiudere gli occhi, non voler vedere, non è altrettanto possibile sospendere l’ascolto. Il suono è vibrazione che coinvolge direttamente il corpo. Vibrazione che ci ricorda necessariamente la presenza dell’altro, degli altri nella nostra vita di tutti i giorni. Lo spazio sonoro è spazio di traduzione, luogo di interazione, interpretazione, è commistione non solo di discorsi ma anche di linguaggi. In questo senso, il presente studio – che è parte di una ricerca di dottorato – propone un’indagine musicale della lingua parlata e in particolare dell’inglese contemporaneo, stabilendo uno stretto rapporto tra lingua e musica in quanto pratiche sociali. Si tratta – come direbbe Bachtin – di una sorta di invito a guardare un lingua «con gli occhi»1 di un’altra lingua (ovvero, linguaggio) e a pensare la traduzione non solo come testo scritto, come necessario punto d’arrivo, ma anche e soprattutto come processo. Lingua e musica sono reciprocamente traducibili in quanto pratiche discorsive, in quanto spazi di interazione, insiemi di testi aperti (non conclusi) il cui senso si costruisce sempre in un contesto di vita attraverso l’azione e la passione degli attori sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.