Nel 1998 una ricerca ISFOL esalta gli sforzi condotti in Italia per dotare di una maggiore professionalizzazione i soggetti in uscita dai percorsi formativi universitari e orientati a diventare a loro volta dei formatori nei contesti educativi scolastici. Anche le iniziative legislative, nello specifico il D.M. 166 del 25 maggio 2001 per la formazione e l’istituzione delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, muovono in questa direzione, seppure con difformità di applicazione a livello regionale e dei poli Universitari. L’evoluzione dei corsi formativi professionalizzanti si coniuga con l’innovazione dei paradigmi e delle metodologie didattiche. I futuri docenti sono chiamati a diventare esperti flessibili, altamente qualificati, dotati di competenze specialistiche e trasversali. In particolare, con l’affermarsi di nuove proposte pedagogiche e la disponibilità di tecnologie informatiche, si richiede loro non solo abilità digitali, ma soprattutto competenze in questo ambito, ovvero un atteggiamento propositivo, creativo e critico rispetto l’utilizzo di nuove possibilità educative. È il concetto di “fluency”. Essere fluenti dal punto di vista digitale implica non solo conoscere come si usano gli strumenti tecnologici, ma anche sapere come costruire una didattica significativa con questi strumenti1. È necessario che i formatori del domani sviluppino una cultura digitale. Gli ambiti indagati nel presente contributo sono pertanto: l’innovazione tecnologica e la formazione alle professioni, e nello specifico la professione del docente.
Indagine sugli atteggiamenti e comportamenti nei confronti della scuola digitale da parte dei docenti
V. Tamborra;M. Baldassarre
2014-01-01
Abstract
Nel 1998 una ricerca ISFOL esalta gli sforzi condotti in Italia per dotare di una maggiore professionalizzazione i soggetti in uscita dai percorsi formativi universitari e orientati a diventare a loro volta dei formatori nei contesti educativi scolastici. Anche le iniziative legislative, nello specifico il D.M. 166 del 25 maggio 2001 per la formazione e l’istituzione delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, muovono in questa direzione, seppure con difformità di applicazione a livello regionale e dei poli Universitari. L’evoluzione dei corsi formativi professionalizzanti si coniuga con l’innovazione dei paradigmi e delle metodologie didattiche. I futuri docenti sono chiamati a diventare esperti flessibili, altamente qualificati, dotati di competenze specialistiche e trasversali. In particolare, con l’affermarsi di nuove proposte pedagogiche e la disponibilità di tecnologie informatiche, si richiede loro non solo abilità digitali, ma soprattutto competenze in questo ambito, ovvero un atteggiamento propositivo, creativo e critico rispetto l’utilizzo di nuove possibilità educative. È il concetto di “fluency”. Essere fluenti dal punto di vista digitale implica non solo conoscere come si usano gli strumenti tecnologici, ma anche sapere come costruire una didattica significativa con questi strumenti1. È necessario che i formatori del domani sviluppino una cultura digitale. Gli ambiti indagati nel presente contributo sono pertanto: l’innovazione tecnologica e la formazione alle professioni, e nello specifico la professione del docente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.