Nel quadro del riordino complessivo del sistema degli enti locali, l’allocazione delle funzioni amministrative al livello più “adeguato” può essere considerata come una delle tematiche più complesse, e allo stesso tempo controverse, sulle quali il legislatore statale (e regionale) ha avuto modo di confrontarsi, in particolare nell’ultimo decennio, anche al fine di consentire agli enti “del territorio” di rispondere al meglio alle esigenze concrete delle realtà decentrate. Il perimetro spaziale per il “governo” di una determinata funzione, infatti, non necessariamente può, o deve, coincidere con i confini di un singolo ente locale, magari di dimensioni non idonee dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Il principio della uniformità, che ha informato la Costituzione per quel che concerne le funzioni, non sempre consente l’organizzazione efficace ed efficiente dei servizi sul territorio tenuto conto, per l’appunto, delle dimensioni degli enti e delle loro caratteristiche morfologiche e demografiche: basti pensare alla gestione dei servizi pubblici locali o a quella dei rifiuti e così via. Il problema non concerne solo le problematiche connesse ai cosiddetti micro-Comuni, ma anche quelle dell’efficienza dei servizi, complessivamente considerati, della semplificazione e del riordino del sistema degli enti locali, alla cui soluzione, invero, non sempre il legislatore, statale e regionale, è stato in grado di strutturare un assetto definitivo, indugiando su soluzioni a volte sperimentali, altre volte parziali e comunque non risolutive.

Il futuro delle aggregazioni interlocali: le Unioni di comuni nella l. 7 aprile 2014, n. 56 (c.d. "legge Del Rio"

LUCHENA, Giovanni
2014-01-01

Abstract

Nel quadro del riordino complessivo del sistema degli enti locali, l’allocazione delle funzioni amministrative al livello più “adeguato” può essere considerata come una delle tematiche più complesse, e allo stesso tempo controverse, sulle quali il legislatore statale (e regionale) ha avuto modo di confrontarsi, in particolare nell’ultimo decennio, anche al fine di consentire agli enti “del territorio” di rispondere al meglio alle esigenze concrete delle realtà decentrate. Il perimetro spaziale per il “governo” di una determinata funzione, infatti, non necessariamente può, o deve, coincidere con i confini di un singolo ente locale, magari di dimensioni non idonee dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Il principio della uniformità, che ha informato la Costituzione per quel che concerne le funzioni, non sempre consente l’organizzazione efficace ed efficiente dei servizi sul territorio tenuto conto, per l’appunto, delle dimensioni degli enti e delle loro caratteristiche morfologiche e demografiche: basti pensare alla gestione dei servizi pubblici locali o a quella dei rifiuti e così via. Il problema non concerne solo le problematiche connesse ai cosiddetti micro-Comuni, ma anche quelle dell’efficienza dei servizi, complessivamente considerati, della semplificazione e del riordino del sistema degli enti locali, alla cui soluzione, invero, non sempre il legislatore, statale e regionale, è stato in grado di strutturare un assetto definitivo, indugiando su soluzioni a volte sperimentali, altre volte parziali e comunque non risolutive.
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