Nel seguire il progressivo sviluppo della prassi epigrafica di committenza cristiana si considera l’età di Costantino prevalentemente come il momento -quasi improvviso- dell’emersione finalmente libera di formulari, termini, segni, immagini che esplicitamente e apertamente dichiarano l’identità religiosa dei cristiani. Appare meno evidenziato invece per il medesimo periodo - a dispetto già del semplice dato quantitativo - il peso specifico rilevante della consolidata tradizione epigrafica romana che proprio a partire dall’età di Costantino riconquista tutti i propri spazi, anche e soprattutto tra le fila di chi – quali i membri delle comunità cristiane – aveva pure realizzato nelle proprie generazioni precedenti un modello di espressione epigrafica volutamente alternativo a quello dominante, come esito di una visione del mondo e della morte totalmente opposta a quello della cultura tradizionale. Un modello “eversivo” (la svolta reale) che comunque, pur prevalente tra le iscrizioni dei fratres delle comunità cristiane del secolo III e sicuramente perseguito dai relativi responsabili ecclesiastici, non appare essere stato seguito in modo assoluto. Contemporaneamente ai documenti permeati del cosiddetto “laconismo” compaiono epigrafi riconducibili pienamente nell’alveo della prassi epigrafica romana tradizionale. Già prima della “svolta costantiniana” si manifestano, negli ultimi decenni del secolo III, forme di simbiosi con le forme espressive della tradizione; infine, nei decenni dei Constantinidi, la prassi tradizionale – di fatto mai completamente interrotta - giunge a comprendere con un processo di inclusione attiva nel proprio repertorio espressivo formule, termini e segni espliciti del Cristianesimo, ricevendone un rinnovato impulso vitale.

Una “lunga svolta costantiniana”: tradizione e mutamenti nella prassi epigrafica dei cristiani di Roma prima e dopo Costantino (260-320)

FELLE, Antonio
2016-01-01

Abstract

Nel seguire il progressivo sviluppo della prassi epigrafica di committenza cristiana si considera l’età di Costantino prevalentemente come il momento -quasi improvviso- dell’emersione finalmente libera di formulari, termini, segni, immagini che esplicitamente e apertamente dichiarano l’identità religiosa dei cristiani. Appare meno evidenziato invece per il medesimo periodo - a dispetto già del semplice dato quantitativo - il peso specifico rilevante della consolidata tradizione epigrafica romana che proprio a partire dall’età di Costantino riconquista tutti i propri spazi, anche e soprattutto tra le fila di chi – quali i membri delle comunità cristiane – aveva pure realizzato nelle proprie generazioni precedenti un modello di espressione epigrafica volutamente alternativo a quello dominante, come esito di una visione del mondo e della morte totalmente opposta a quello della cultura tradizionale. Un modello “eversivo” (la svolta reale) che comunque, pur prevalente tra le iscrizioni dei fratres delle comunità cristiane del secolo III e sicuramente perseguito dai relativi responsabili ecclesiastici, non appare essere stato seguito in modo assoluto. Contemporaneamente ai documenti permeati del cosiddetto “laconismo” compaiono epigrafi riconducibili pienamente nell’alveo della prassi epigrafica romana tradizionale. Già prima della “svolta costantiniana” si manifestano, negli ultimi decenni del secolo III, forme di simbiosi con le forme espressive della tradizione; infine, nei decenni dei Constantinidi, la prassi tradizionale – di fatto mai completamente interrotta - giunge a comprendere con un processo di inclusione attiva nel proprio repertorio espressivo formule, termini e segni espliciti del Cristianesimo, ricevendone un rinnovato impulso vitale.
2016
9788885991651
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2016, Felle, lunga svolta costantiniana (Atti XVI CIAC, Roma 2013, vol. 1).pdf

non disponibili

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 6.08 MB
Formato Adobe PDF
6.08 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/65785
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact