Nella seconda metà del XVI secolo la lettera di cambio, un istituto risalente ai primordi della rivoluzione commerciale del basso medioevo, raggiunse la sua maturità. Da duttile mezzo di pagamento collegato agli scambi commerciali, essa divenne uno strumento di mobilitazione internazionale dei capitali e di speculazione finanziaria. Nell’economia delle piccole e medie aziende mercantili le somme di denaro che eccedevano le esigenze di liquidità necessarie per l’esercizio del commercio erano gestite da intermediari specializzati che li affidavano alle capacità professionali dei grandi operatori toscani o genovesi i quali, a loro volta, li investivano nelle fiere di cambio internazionali. In tutti i passaggi compiuti dai capitali destinati agli investimenti era di fondamentale importanza che vi fosse la corretta applicazione delle regole che presiedevano al funzionamento degli strumenti dell’attività finanziaria. Si assisteva così a un graduale perfezionamento del sistema di pagamenti multilaterali, il trasferimento del denaro era facilitato dall’uso sistematico della lettera di cambio e i pagamenti internazionali erano agevolati dai meccanismi di compensazione attuati in occasione delle fiere. È bene tuttavia rilevare come alle origini di questi ingenti flussi finanziari ancora nella seconda metà del Cinquecento vi fossero in prevalenza le attività commerciali. Proprio dai profitti delle operazioni commerciali derivava la maggior parte dei capitali che prendevano la via della speculazione finanziaria nelle rinomate fiere di cambio di Lione, Piacenza e 'Bisenzone'. Il saggio indaga proprio sulla provenienza mercantile del capitale speculativo europeo del XVI secolo, prendendo spunto dalle attività degli operatori economici di una delle più vivaci città-stato marinare del Mediterraneo, la Repubblica di Ragusa. Nel testo vengono approfonditi alcuni aspetti degli investimenti di denaro nelle fiere studiando i risvolti pratici del fenomeno dei patti di ricorsa.

Tra commercio e finanza: profitti commerciali e investimenti finanziari dei mercanti ragusei nella seconda metà del XVI secolo

DELL'OSA DARIO
2012-01-01

Abstract

Nella seconda metà del XVI secolo la lettera di cambio, un istituto risalente ai primordi della rivoluzione commerciale del basso medioevo, raggiunse la sua maturità. Da duttile mezzo di pagamento collegato agli scambi commerciali, essa divenne uno strumento di mobilitazione internazionale dei capitali e di speculazione finanziaria. Nell’economia delle piccole e medie aziende mercantili le somme di denaro che eccedevano le esigenze di liquidità necessarie per l’esercizio del commercio erano gestite da intermediari specializzati che li affidavano alle capacità professionali dei grandi operatori toscani o genovesi i quali, a loro volta, li investivano nelle fiere di cambio internazionali. In tutti i passaggi compiuti dai capitali destinati agli investimenti era di fondamentale importanza che vi fosse la corretta applicazione delle regole che presiedevano al funzionamento degli strumenti dell’attività finanziaria. Si assisteva così a un graduale perfezionamento del sistema di pagamenti multilaterali, il trasferimento del denaro era facilitato dall’uso sistematico della lettera di cambio e i pagamenti internazionali erano agevolati dai meccanismi di compensazione attuati in occasione delle fiere. È bene tuttavia rilevare come alle origini di questi ingenti flussi finanziari ancora nella seconda metà del Cinquecento vi fossero in prevalenza le attività commerciali. Proprio dai profitti delle operazioni commerciali derivava la maggior parte dei capitali che prendevano la via della speculazione finanziaria nelle rinomate fiere di cambio di Lione, Piacenza e 'Bisenzone'. Il saggio indaga proprio sulla provenienza mercantile del capitale speculativo europeo del XVI secolo, prendendo spunto dalle attività degli operatori economici di una delle più vivaci città-stato marinare del Mediterraneo, la Repubblica di Ragusa. Nel testo vengono approfonditi alcuni aspetti degli investimenti di denaro nelle fiere studiando i risvolti pratici del fenomeno dei patti di ricorsa.
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