Despite its increasing use, the term "transition" does not seem to have a clear and unambiguous meaning. The notion of transition is essentially connected to the idea of "constitutional changes". However, not all constitutional changes can be considered as the result of real transitions (especially when they develop so slowly as to be mostly imperceptible, or when, on the contrary, they take place in very sudden, deep and visible ways); nor, on the other hand, do transitions appear equal to each other (the how, when and where of their occurrence being able to vary along with their outcomes). Hence, the need to outline a less nuanced and more complex legal concept of transition. First, an attempt will be made to define it against other, similar concepts with which it is sometimes confused, and relevant case studies will be presented; second, an internal classification will be suggested, which subdivides the same genus into different species. However, beyond all possible distinctions and categorizations, there is one point at least that should remain unquestionable: each transition expresses a path that is uncertain, being neither unidirectional nor already trodden, and, whatever the temporary difficulties, it does not exclude the possibility of a non-traumatic adaptation of the existing law to actual reality. A transition might even imply a full recovery of its original identity. This is why transitional periods expose the centrality of the scientific and social role of constitutionalists. These, in fact, are to be considered not only as intellectual “Constitutional militants” by definition , but also as " frontier jurists par excellence," used – as they are – to tread the borders of the law. Under such circumstances, greater commitment is required of constitutionalists, who are asked to seek solutions that bind normativity to factuality and axiological continuity needs to modernizing drives. Ultimately, constitutionalists are required to match the study of the fundamentals of the legal system and its law-generating power, with the analysis of the innumerable transformations taking place in the world all around them.

Nonostante il suo utilizzo sempre più frequente, il termine “transizione” non sembra avere un significato chiaro ed univoco. La transizione viene ricollegata essenzialmente all’idea di “mutamento costituzionale”. Tuttavia, non tutti i mutamenti costituzionali possono considerarsi il frutto di vere e proprie transizioni (specie quando si sviluppino così lentamente da essere perlopiù impercettibili, o quando, al contrario, avvengano in maniera immediata, profonda e visibile); né, d’altro canto, tutte le transizioni appaiono uguali tra di loro (potendo variare, oltre agli esiti che da esse scaturiscono, i modi, il tempo e finanche lo spazio in cui esse si manifestano). Di qui nasce l’esigenza di delineare una nozione giuridica meno sfumata e più articolata di transizione, provando, anche mediante la prospettazione di alcuni casi esplicativi, innanzitutto a diversificarla da altre nozioni, con cui talvolta viene confusa, e poi a ricavare una possibile classificazione interna, suddividendo il medesimo genus in più species. Ad ogni modo, al di là di tutte le differenze e tipologie proponibili, dovrebbe rimanere fermo almeno un punto: ogni transizione esprime pur sempre un percorso incerto, non unidirezionale, né già compiuto, che, a prescindere dalle difficoltà momentanee, non esclude la possibilità di adattamento non traumatico dell’ordinamento vigente alla realtà concreta, né il pieno recupero della sua identità originaria. Proprio per questo, i periodi transitori pongono in evidenza la centralità del ruolo scientifico e sociale dei costituzionalisti. Questi ultimi, infatti, sono da reputarsi non solo gli intellettuali “militanti per la Costituzione” per antonomasia, ma anche i “giuristi di frontiera per eccellenza”, abituati a percorrere territori ai confini del diritto. Insomma, a loro, in simili frangenti, si impone un impegno rafforzato al fine di ricercare soluzioni che siano in grado di legare la normatività alla fattualità, di conciliare le esigenze di continuità assiologica con le spinte rinnovatrici, di accordare lo studio delle strutture portanti dell’ordinamento, e dei suoi meccanismi nomopoietici, all’analisi delle innumerevoli trasformazioni che avvengono nel mondo circostante.

Riflessioni sulle transizioni. Contributo allo studio dei mutamenti costituzionali

TEOTONICO, VITTORIO
2014-01-01

Abstract

Despite its increasing use, the term "transition" does not seem to have a clear and unambiguous meaning. The notion of transition is essentially connected to the idea of "constitutional changes". However, not all constitutional changes can be considered as the result of real transitions (especially when they develop so slowly as to be mostly imperceptible, or when, on the contrary, they take place in very sudden, deep and visible ways); nor, on the other hand, do transitions appear equal to each other (the how, when and where of their occurrence being able to vary along with their outcomes). Hence, the need to outline a less nuanced and more complex legal concept of transition. First, an attempt will be made to define it against other, similar concepts with which it is sometimes confused, and relevant case studies will be presented; second, an internal classification will be suggested, which subdivides the same genus into different species. However, beyond all possible distinctions and categorizations, there is one point at least that should remain unquestionable: each transition expresses a path that is uncertain, being neither unidirectional nor already trodden, and, whatever the temporary difficulties, it does not exclude the possibility of a non-traumatic adaptation of the existing law to actual reality. A transition might even imply a full recovery of its original identity. This is why transitional periods expose the centrality of the scientific and social role of constitutionalists. These, in fact, are to be considered not only as intellectual “Constitutional militants” by definition , but also as " frontier jurists par excellence," used – as they are – to tread the borders of the law. Under such circumstances, greater commitment is required of constitutionalists, who are asked to seek solutions that bind normativity to factuality and axiological continuity needs to modernizing drives. Ultimately, constitutionalists are required to match the study of the fundamentals of the legal system and its law-generating power, with the analysis of the innumerable transformations taking place in the world all around them.
2014
Nonostante il suo utilizzo sempre più frequente, il termine “transizione” non sembra avere un significato chiaro ed univoco. La transizione viene ricollegata essenzialmente all’idea di “mutamento costituzionale”. Tuttavia, non tutti i mutamenti costituzionali possono considerarsi il frutto di vere e proprie transizioni (specie quando si sviluppino così lentamente da essere perlopiù impercettibili, o quando, al contrario, avvengano in maniera immediata, profonda e visibile); né, d’altro canto, tutte le transizioni appaiono uguali tra di loro (potendo variare, oltre agli esiti che da esse scaturiscono, i modi, il tempo e finanche lo spazio in cui esse si manifestano). Di qui nasce l’esigenza di delineare una nozione giuridica meno sfumata e più articolata di transizione, provando, anche mediante la prospettazione di alcuni casi esplicativi, innanzitutto a diversificarla da altre nozioni, con cui talvolta viene confusa, e poi a ricavare una possibile classificazione interna, suddividendo il medesimo genus in più species. Ad ogni modo, al di là di tutte le differenze e tipologie proponibili, dovrebbe rimanere fermo almeno un punto: ogni transizione esprime pur sempre un percorso incerto, non unidirezionale, né già compiuto, che, a prescindere dalle difficoltà momentanee, non esclude la possibilità di adattamento non traumatico dell’ordinamento vigente alla realtà concreta, né il pieno recupero della sua identità originaria. Proprio per questo, i periodi transitori pongono in evidenza la centralità del ruolo scientifico e sociale dei costituzionalisti. Questi ultimi, infatti, sono da reputarsi non solo gli intellettuali “militanti per la Costituzione” per antonomasia, ma anche i “giuristi di frontiera per eccellenza”, abituati a percorrere territori ai confini del diritto. Insomma, a loro, in simili frangenti, si impone un impegno rafforzato al fine di ricercare soluzioni che siano in grado di legare la normatività alla fattualità, di conciliare le esigenze di continuità assiologica con le spinte rinnovatrici, di accordare lo studio delle strutture portanti dell’ordinamento, e dei suoi meccanismi nomopoietici, all’analisi delle innumerevoli trasformazioni che avvengono nel mondo circostante.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/65665
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact