Il sud Italia, in modo particolare Puglia e Sicilia , rappresenta il principale areale di coltivazione dell'uva da tavola con oltre il 90 % della produzione nazionale. AI fine di ottenere una gestione sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia economico e nello stesso tempo ottenere produzioni di qualità, negli ultimi anni sono state avviate delle sperimentazioni per una gestione del terreno eco-compatibile con pratiche quali inerbimento, pacciamatura, ecc . Da anni sono disponibili risultati di sperimentazioni e applicazioni su vite da vino specialmente in ambienti settentrionali; invece molto limitate e quasi scarse sono le infoomazioni per la viticoltura da tavola. Attualmente si sta diffondendo, anche negli ambienti del meridione d'Italia, la tecnica dell'inerbimento sia naturale sia artificiale per diverse specie arboree da frutto. Sulla base di queste considerazioni si è pensato di impostare una prova di inerbimento in un vigneto di vite ad uva da tavola in Puglia. La prova è iniziata nell'annata 2009/2010 in un vigneto commerciale di cinque anni condotto in irriguo e sito in agro di Acquaviva delle Fonti (BA). La cultivar utilizzata nella prova è Italia, innestata su 1103P, e la fooma di allevamento il tendone. Le tesi messe a confronto sono state: TI, inerbimento con trifoglio sotterraneo (Trifolium subterraneum L.); T2, inerbimento con festuca (Festuca arundinacea Schreb.); TI , inerbimento naturale; T4 , controllo lavorato. I risultati del primo anno della sperimentazione, tuttora in corso, mostrano che non sono emerse differenze significative tra le tesi a confronto per le caratteristiche biometriche della bacca e per la produzione di uva/ceppo, quest'ultima variata tra i 23,03 kg del controllo lavorato ed i 25,76 kg dell'inerbimento naturale. La colorazione della buccia della bacca ha presentato invece delle differenze statisticamente significative: il valore della luminosità (L*) nelle tesi inerbite con trifoglio (41,59) e festuca (41 ,03) è stato superiore rispetto all'inerbimento naturale (39,63) ed al controllo lavorato (40,41). La saturazione (C*) è risultata significativamente più bassa nel controllo lavorato rispetto alle tesi inerbite , mentre la tinta (h°) non ha mostrato differenze tra le tesi. L'inerbimento non ha influito, in generale, sulla consistenza della bacca ed anche per gli altri parametri chimici (°Brix, pH, acidità titolabile) non sono state rilevate differenze degne di rilievo tra i dati ottenuti per le diverse tesi.

Effetti di diverse tipologie di inerbimento sugli aspetti qualitativi della cultivar Italia in provincia di Bari

MAZZEO, ANDREA;MONTEMURRO, Pasquale;PACIFICO, ANDREA;LASORELLA, CESARE;FERRARA, GIUSEPPE
2013-01-01

Abstract

Il sud Italia, in modo particolare Puglia e Sicilia , rappresenta il principale areale di coltivazione dell'uva da tavola con oltre il 90 % della produzione nazionale. AI fine di ottenere una gestione sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia economico e nello stesso tempo ottenere produzioni di qualità, negli ultimi anni sono state avviate delle sperimentazioni per una gestione del terreno eco-compatibile con pratiche quali inerbimento, pacciamatura, ecc . Da anni sono disponibili risultati di sperimentazioni e applicazioni su vite da vino specialmente in ambienti settentrionali; invece molto limitate e quasi scarse sono le infoomazioni per la viticoltura da tavola. Attualmente si sta diffondendo, anche negli ambienti del meridione d'Italia, la tecnica dell'inerbimento sia naturale sia artificiale per diverse specie arboree da frutto. Sulla base di queste considerazioni si è pensato di impostare una prova di inerbimento in un vigneto di vite ad uva da tavola in Puglia. La prova è iniziata nell'annata 2009/2010 in un vigneto commerciale di cinque anni condotto in irriguo e sito in agro di Acquaviva delle Fonti (BA). La cultivar utilizzata nella prova è Italia, innestata su 1103P, e la fooma di allevamento il tendone. Le tesi messe a confronto sono state: TI, inerbimento con trifoglio sotterraneo (Trifolium subterraneum L.); T2, inerbimento con festuca (Festuca arundinacea Schreb.); TI , inerbimento naturale; T4 , controllo lavorato. I risultati del primo anno della sperimentazione, tuttora in corso, mostrano che non sono emerse differenze significative tra le tesi a confronto per le caratteristiche biometriche della bacca e per la produzione di uva/ceppo, quest'ultima variata tra i 23,03 kg del controllo lavorato ed i 25,76 kg dell'inerbimento naturale. La colorazione della buccia della bacca ha presentato invece delle differenze statisticamente significative: il valore della luminosità (L*) nelle tesi inerbite con trifoglio (41,59) e festuca (41 ,03) è stato superiore rispetto all'inerbimento naturale (39,63) ed al controllo lavorato (40,41). La saturazione (C*) è risultata significativamente più bassa nel controllo lavorato rispetto alle tesi inerbite , mentre la tinta (h°) non ha mostrato differenze tra le tesi. L'inerbimento non ha influito, in generale, sulla consistenza della bacca ed anche per gli altri parametri chimici (°Brix, pH, acidità titolabile) non sono state rilevate differenze degne di rilievo tra i dati ottenuti per le diverse tesi.
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