La dub poetry è un genere poetico e musicale che ha avuto grande seguito e diffusione sia in Giamaica che in Gran Bretagna, vale a dire la dub poetry, o poesia dub. Si tratta di un genere poetico in cui passato e presente, tradizione e sperimentazione si fondono creando esiti molto interessanti, tali da suscitare l’attenzione, come si è visto, dello stesso Brathwaite. La dub-poetry è in sostanza una forma di performance poetry che fa uso delle antiche tradizioni orali africane fondendole con i ritmi e i suoni della musica reggae. I poeti dub sono degli storytellers che utilizzano gli stessi canali di comunicazione dei dj e dei musicisti reggae, ovvero, dischi e concerti, per raggiungere il proprio pubblico. I performance poets possono scegliere di esibirsi a cappella, ovvero senza accompagnamento strumentale, oppure con il supporto di un’intera band reggae. Uno dei maestri del genere è Linton Kwesi Johnson, nato in Giamaica e trasferitosi ancora adolescente a Londra. Nell’opera di Johnson Londra diventa uno spazio conflittuale un luogo di scontro tra l’establishment bianco che si esprime attraverso le forze dell’ordine e i giovani anglo-caraibici, vittime di discriminazioni e soprusi di ogni tipo. In questo senso, la poesia orale di Johnson si pone come invito all’azione, alla risposta nei confronti di tali violenze, attraverso la valorizzazione della cultura reggae (Bass Culture appunto) e la cooperazione tra immigrati di ogni provenienza (si pensi a “It Dread inna Inglan”). Ciò che risulta particolarmente interessante nell’opera di Johnson è la lingua, un patois metropolitano, in cui nel cuore stesso dell’impero, lo Standard English viene decostruito in (Anglo-Jamaican) english. Si tratta di una lingua che Johnson offe anche in trascrizione, in una trascrizione fortemente sonora, nelle sue raccolte poetiche, di cui la più recente è stata, non senza ironia, pubblicata da Penguin Classics. Questa stessa lingua abita anche le creazioni della più nota tra le poetesse dub, ovvero Jean Binta Breeze, originaria di Patty Hill (Giamaica) e trasferitasi a Londra negli anni Ottanta su invito dello stesso Johnson. Nell’opera della Breeze, la lotta contro il razzismo dei bianchi e il neo-imperialismo, diventa anche lotta contro gli atteggiamenti sessisti degli artisti reggae e contro l’oppressione maschile in genere, come si evince da poemi quali “Get back” e “Dubwise”.
"Bass Culture(s)": the Dub Poetry of Linton Kwesi Johnson and Jean Binta Breeze
MARTINO, PIERPAOLO
2009-01-01
Abstract
La dub poetry è un genere poetico e musicale che ha avuto grande seguito e diffusione sia in Giamaica che in Gran Bretagna, vale a dire la dub poetry, o poesia dub. Si tratta di un genere poetico in cui passato e presente, tradizione e sperimentazione si fondono creando esiti molto interessanti, tali da suscitare l’attenzione, come si è visto, dello stesso Brathwaite. La dub-poetry è in sostanza una forma di performance poetry che fa uso delle antiche tradizioni orali africane fondendole con i ritmi e i suoni della musica reggae. I poeti dub sono degli storytellers che utilizzano gli stessi canali di comunicazione dei dj e dei musicisti reggae, ovvero, dischi e concerti, per raggiungere il proprio pubblico. I performance poets possono scegliere di esibirsi a cappella, ovvero senza accompagnamento strumentale, oppure con il supporto di un’intera band reggae. Uno dei maestri del genere è Linton Kwesi Johnson, nato in Giamaica e trasferitosi ancora adolescente a Londra. Nell’opera di Johnson Londra diventa uno spazio conflittuale un luogo di scontro tra l’establishment bianco che si esprime attraverso le forze dell’ordine e i giovani anglo-caraibici, vittime di discriminazioni e soprusi di ogni tipo. In questo senso, la poesia orale di Johnson si pone come invito all’azione, alla risposta nei confronti di tali violenze, attraverso la valorizzazione della cultura reggae (Bass Culture appunto) e la cooperazione tra immigrati di ogni provenienza (si pensi a “It Dread inna Inglan”). Ciò che risulta particolarmente interessante nell’opera di Johnson è la lingua, un patois metropolitano, in cui nel cuore stesso dell’impero, lo Standard English viene decostruito in (Anglo-Jamaican) english. Si tratta di una lingua che Johnson offe anche in trascrizione, in una trascrizione fortemente sonora, nelle sue raccolte poetiche, di cui la più recente è stata, non senza ironia, pubblicata da Penguin Classics. Questa stessa lingua abita anche le creazioni della più nota tra le poetesse dub, ovvero Jean Binta Breeze, originaria di Patty Hill (Giamaica) e trasferitasi a Londra negli anni Ottanta su invito dello stesso Johnson. Nell’opera della Breeze, la lotta contro il razzismo dei bianchi e il neo-imperialismo, diventa anche lotta contro gli atteggiamenti sessisti degli artisti reggae e contro l’oppressione maschile in genere, come si evince da poemi quali “Get back” e “Dubwise”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.