L’A. parte parte dall’analisi del concetto di laicità dello Stato e più in generale del fenomeno religioso sottolineando i valori del Cristianesimo che hanno contribuito ad alimentare la parte più viva del costituzionalismo contemporaneo. Attraverso l'analisi di due casi affronta le decisioni della Consiglio di Stato la n. 566/2006 e della Corte di Strasburgo Lautsi c. Italia. La prima delinea le condizioni d'uso del concetto di laicità in Italia: a) la portata di quello che si può affermare essere il diritto costituzionale in materia religiosa; b) il rapporto tra la laicità ed il patrimonio culturale comune. L’A. evidenzia che più che auspica(re) (e rivendica(re)) una parete bianca, la sola che secondo alcune tesi propugnate appare particolarmente consona con il valore della laicità dello Stato, sarebbe opportuno indagare la capacità di impatto e di interfaccia che le differenti applicazioni del principio di laicità dello Stato (v. caso Francia) hanno con le sfide poste dalle società multietniche, che impongono di bilanciare l’apertura all’integrazione culturale delle popolazioni immigrate e il rispetto della loro libertà di coscienza e di religione con la prudente salvaguardia anche di quelle tradizioni nazionali che assicurano la coesione del tessuto sociale (e non solo). In tale prospettiva la “neutralità” dello spazio pubblico può risultare non solo più discriminante della stessa presenza di simboli religiosi collettivi, corrispondenti alle tradizioni ed ai valori costituzionali tutelati dai singoli Paesi, ma soprattutto meno capace di sviluppare integrazione con la non trascurabile conseguenza di una laicità intesa quale antireligiosità che, come è stato osservato, non ci appartiene. La seconda pronuncia traccia un plausibile approdo per l'UE per lo status delle Chiese e delle associazioni o comunità religiose: espressione dell'identità degli Stati membri e delle loro culture quale componente del patrimonio comune.
LA DECLINAZIONE DELLA LAICITA’ NELLO STATO COSTITUZIONALE COME VALORE SOTTESO AL PRINCIPIO PERSONALISTICO E DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA.
LAGROTTA, Ignazio
2012-01-01
Abstract
L’A. parte parte dall’analisi del concetto di laicità dello Stato e più in generale del fenomeno religioso sottolineando i valori del Cristianesimo che hanno contribuito ad alimentare la parte più viva del costituzionalismo contemporaneo. Attraverso l'analisi di due casi affronta le decisioni della Consiglio di Stato la n. 566/2006 e della Corte di Strasburgo Lautsi c. Italia. La prima delinea le condizioni d'uso del concetto di laicità in Italia: a) la portata di quello che si può affermare essere il diritto costituzionale in materia religiosa; b) il rapporto tra la laicità ed il patrimonio culturale comune. L’A. evidenzia che più che auspica(re) (e rivendica(re)) una parete bianca, la sola che secondo alcune tesi propugnate appare particolarmente consona con il valore della laicità dello Stato, sarebbe opportuno indagare la capacità di impatto e di interfaccia che le differenti applicazioni del principio di laicità dello Stato (v. caso Francia) hanno con le sfide poste dalle società multietniche, che impongono di bilanciare l’apertura all’integrazione culturale delle popolazioni immigrate e il rispetto della loro libertà di coscienza e di religione con la prudente salvaguardia anche di quelle tradizioni nazionali che assicurano la coesione del tessuto sociale (e non solo). In tale prospettiva la “neutralità” dello spazio pubblico può risultare non solo più discriminante della stessa presenza di simboli religiosi collettivi, corrispondenti alle tradizioni ed ai valori costituzionali tutelati dai singoli Paesi, ma soprattutto meno capace di sviluppare integrazione con la non trascurabile conseguenza di una laicità intesa quale antireligiosità che, come è stato osservato, non ci appartiene. La seconda pronuncia traccia un plausibile approdo per l'UE per lo status delle Chiese e delle associazioni o comunità religiose: espressione dell'identità degli Stati membri e delle loro culture quale componente del patrimonio comune.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.