La città di Acerenza, municipio romano, gastaldato longobardo, diocesi suffraganea della metropolia di Otranto, conserva una delle principali testimonianze del patrimonio artistico lucano medievale, la chiesa cattedrale, facente parte del gruppo di edifici di età normanna con coro allungato e deambulatorio a cappelle radiali, uno schema estraneo alla tradizione italiana ma diffuso al di là delle Alpi ma presente anche in pochissimi edifici sacri, cinque per la precisione, eretti in Italia meridionale all’epoca della conquista normanna. L’edificio acheruntino presenta un curioso e pregevole portale, ampiamente rimaneggiato ma conservatosi nei suoi elementi peculiari, risalente all’epoca dell’arcivescovo Arnaldo, documentato tra il 1062 ed il 1068. Le sculture che costituiscono il portale, oggetto di un’attenta analisi iconografica, raffigurano le seduzioni offerte dai vizi della carne, tema inconsueto su un portale principale d’accesso all’edificio sacro. Le singole scene sono qui pubblicate per la prima volta nei particolari grazie ad un’attenta campagna fotografica. Da un punto di vista stilistico esse si riallacciano ad un filone della cultura romanica diffuso tra la Puglia e la Basilicata rispetto al quale sono proposte nuove interpretazioni in relazione ai rapporti con ai programmi legati alla Riforma ed alla diffusione di tematiche di ambito europeo, principalmente francesi. In relazione al più tardo protiro inserito come incorniciatura del portale viene ridiscussa la cronologia che, in studi precedenti, ne assegnava la realizzazione ad una fase antecedente, precoce rispetto all’affermazione di questo motivo nell’area della Puglia storica.
LA CHIESA MEDIEVALE: IL PORTALE
DEROSA, Luisa Maria Sterpeta
1999-01-01
Abstract
La città di Acerenza, municipio romano, gastaldato longobardo, diocesi suffraganea della metropolia di Otranto, conserva una delle principali testimonianze del patrimonio artistico lucano medievale, la chiesa cattedrale, facente parte del gruppo di edifici di età normanna con coro allungato e deambulatorio a cappelle radiali, uno schema estraneo alla tradizione italiana ma diffuso al di là delle Alpi ma presente anche in pochissimi edifici sacri, cinque per la precisione, eretti in Italia meridionale all’epoca della conquista normanna. L’edificio acheruntino presenta un curioso e pregevole portale, ampiamente rimaneggiato ma conservatosi nei suoi elementi peculiari, risalente all’epoca dell’arcivescovo Arnaldo, documentato tra il 1062 ed il 1068. Le sculture che costituiscono il portale, oggetto di un’attenta analisi iconografica, raffigurano le seduzioni offerte dai vizi della carne, tema inconsueto su un portale principale d’accesso all’edificio sacro. Le singole scene sono qui pubblicate per la prima volta nei particolari grazie ad un’attenta campagna fotografica. Da un punto di vista stilistico esse si riallacciano ad un filone della cultura romanica diffuso tra la Puglia e la Basilicata rispetto al quale sono proposte nuove interpretazioni in relazione ai rapporti con ai programmi legati alla Riforma ed alla diffusione di tematiche di ambito europeo, principalmente francesi. In relazione al più tardo protiro inserito come incorniciatura del portale viene ridiscussa la cronologia che, in studi precedenti, ne assegnava la realizzazione ad una fase antecedente, precoce rispetto all’affermazione di questo motivo nell’area della Puglia storica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.