The explicit correction of errors, ideally accompanied by a metalinguistic comment, can prove to be a very effective strategy in the field of praxeology and translation teaching, especially when it comes to literary translation. More than in other cases, in fact, the translation of these texts appears to be underpinned by a continuous process of rethinking and “adjusting the aim,” which brings to mind the dynamics described by Henri Meschonnic in terms of decentralization (décentrement) and annexation (annexion). As is well known, for the French poet, translator, and linguist, every text is always at a certain distance from its subject. Decentering oneself therefore means choosing to place oneself in the language and culture of the other without forgetting one's own universe of origin: only in this way does it become possible for him to translate what the text does and not what it says. Finding the right distance is therefore the task, and full responsibility, of the translator. Because by getting too close, as demonstrated by the case of a book by the ultra-contemporary French writer Linda Lê (A l'enfant que je n'aurai pas (NiL, 2011), recently translated into Italian by Tommaso Gurrieri (Lettera al figlio che non avrò (Clichy, 2015), there is a risk of incurring regrettable inaccuracies, if not unforgivable errors of translation (lexical, syntactic, semantic).

La correzione esplicita dell’errore, auspicabilmente accompagnata da un commento metalinguistico, può rivelarsi una strategia molto efficace nel campo della prasseologia e della didattica della traduzione, soprattutto se letteraria. Più che in altri casi, infatti, la traduzione di questi testi appare sottesa da un continuo lavoro di ripensamento e di “aggiustamento del tiro” che richiama alla mente la dinamica descritta da Henri Meschonnic in termini di decentramento (décentrement) e annessione (annexion). Com’è noto, infatti, per il poeta, traduttore e linguista francese, ogni testo si pone sempre a una determinata distanza dal soggetto. Decentrarsi significa allora scegliere di collocarsi nella lingua-cultura dell’altro senza dimenticare il proprio universo di partenza: solo in questo modo diventa per lui possibile tradurre ciò che il testo fa e non quello che dice. Trovare la giusta distanza è quindi compito, e piena responsabilità, del traduttore. Perché a furia di avvicinarsi troppo, invece, come dimostra il caso di un libro della scrittrice francese ultracontemporanea Linda Lê (A l’enfant que je n’aurai pas (NiL, 2011) recentemente tradotto in italiano da Tommaso Gurrieri (Lettera al figlio che non avrò (Clichy, 2015), si rischia di incorrere in deplorevoli inesattezze, se non addirittura in imperdonabili errori di calco (lessicale, sintattico, semantico).

Sbagliando s'impara, anche in traduzione: il caso di "A l'enfant que je n'aurai pas" di Linda Le

ida porfido
2025-01-01

Abstract

The explicit correction of errors, ideally accompanied by a metalinguistic comment, can prove to be a very effective strategy in the field of praxeology and translation teaching, especially when it comes to literary translation. More than in other cases, in fact, the translation of these texts appears to be underpinned by a continuous process of rethinking and “adjusting the aim,” which brings to mind the dynamics described by Henri Meschonnic in terms of decentralization (décentrement) and annexation (annexion). As is well known, for the French poet, translator, and linguist, every text is always at a certain distance from its subject. Decentering oneself therefore means choosing to place oneself in the language and culture of the other without forgetting one's own universe of origin: only in this way does it become possible for him to translate what the text does and not what it says. Finding the right distance is therefore the task, and full responsibility, of the translator. Because by getting too close, as demonstrated by the case of a book by the ultra-contemporary French writer Linda Lê (A l'enfant que je n'aurai pas (NiL, 2011), recently translated into Italian by Tommaso Gurrieri (Lettera al figlio che non avrò (Clichy, 2015), there is a risk of incurring regrettable inaccuracies, if not unforgivable errors of translation (lexical, syntactic, semantic).
2025
La correzione esplicita dell’errore, auspicabilmente accompagnata da un commento metalinguistico, può rivelarsi una strategia molto efficace nel campo della prasseologia e della didattica della traduzione, soprattutto se letteraria. Più che in altri casi, infatti, la traduzione di questi testi appare sottesa da un continuo lavoro di ripensamento e di “aggiustamento del tiro” che richiama alla mente la dinamica descritta da Henri Meschonnic in termini di decentramento (décentrement) e annessione (annexion). Com’è noto, infatti, per il poeta, traduttore e linguista francese, ogni testo si pone sempre a una determinata distanza dal soggetto. Decentrarsi significa allora scegliere di collocarsi nella lingua-cultura dell’altro senza dimenticare il proprio universo di partenza: solo in questo modo diventa per lui possibile tradurre ciò che il testo fa e non quello che dice. Trovare la giusta distanza è quindi compito, e piena responsabilità, del traduttore. Perché a furia di avvicinarsi troppo, invece, come dimostra il caso di un libro della scrittrice francese ultracontemporanea Linda Lê (A l’enfant que je n’aurai pas (NiL, 2011) recentemente tradotto in italiano da Tommaso Gurrieri (Lettera al figlio che non avrò (Clichy, 2015), si rischia di incorrere in deplorevoli inesattezze, se non addirittura in imperdonabili errori di calco (lessicale, sintattico, semantico).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/561420
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact