Uno dei momenti fondamentali per l’affermazione della cultura gastronomica italiana è senza dubbio la pubblicazione de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi. Aggiornato per vent’anni, dal 1891 fino al 1911, per un totale di quindici edizioni, questo ricettario dallo spiccato carattere narrativo-letterario raggiunge il numero di 790 ricette, entrando nelle case di tante famiglie italiane e influendo significativamente sulla formazione di una coscienza culinaria nazionale, di una comunità unita dal gusto prima ancora che dalla lingua o dalla cultura. Questo primo tentativo di narrare in modo organico e unitario – ma da un punto di vista endogeno – la cucina italiana sarà integrato, circa mezzo secolo dopo, da Elizabeth David, una delle scrittrici inglesi di cucina più influenti del Novecento, che con il suo Italian Food (1954) apre la strada alla conoscenza della cultura dell’Italia, non soltanto quella gastronomica, nel mondo anglosassone. Concentrandosi sul “cibo” e non sulla “cucina”, lo “sguardo esogeno” (Westphal 2009) di David coglie l’aspetto vario, territoriale, polifonico della gastronomia italiana, contribuendo a definirla e a renderla celebre nel mondo.
Come si costruisce una narrazione gastronomica: da La scienza in cucina di Pellegrino Artusi all'Italian Food di Elizabeth David
Altamura G
2025-01-01
Abstract
Uno dei momenti fondamentali per l’affermazione della cultura gastronomica italiana è senza dubbio la pubblicazione de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi. Aggiornato per vent’anni, dal 1891 fino al 1911, per un totale di quindici edizioni, questo ricettario dallo spiccato carattere narrativo-letterario raggiunge il numero di 790 ricette, entrando nelle case di tante famiglie italiane e influendo significativamente sulla formazione di una coscienza culinaria nazionale, di una comunità unita dal gusto prima ancora che dalla lingua o dalla cultura. Questo primo tentativo di narrare in modo organico e unitario – ma da un punto di vista endogeno – la cucina italiana sarà integrato, circa mezzo secolo dopo, da Elizabeth David, una delle scrittrici inglesi di cucina più influenti del Novecento, che con il suo Italian Food (1954) apre la strada alla conoscenza della cultura dell’Italia, non soltanto quella gastronomica, nel mondo anglosassone. Concentrandosi sul “cibo” e non sulla “cucina”, lo “sguardo esogeno” (Westphal 2009) di David coglie l’aspetto vario, territoriale, polifonico della gastronomia italiana, contribuendo a definirla e a renderla celebre nel mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


