La storia del socialismo democratico italiano è parte di quella del socialismo europeo. La figura di Giuseppe Saragat risulta centrale nella maturazione in Italia delle idee socialdemocratiche, ispirate all’insegnamento di Filippo Turati e dei socialisti riformisti italiani. In questo processo, decisiva fu nel 1947 la costituzione del Partito socialista dei lavoratori italiani, nato dalla scissione di palazzo Barberini, e divenuto portatore delle idee, proprie del socialismo democratico europeo, incentrate sulla crescita progressiva delle condizioni delle classi lavoratrici, nell’ambito di una riforma del sistema capitalistico, in antitesi ad ogni ideologia e progetto rivoluzionario. Le idee socialiste democratiche, partendo dal ceppo antico del marxismo, interpretavano, nella moderna società capitalistica, la lotta per la giustizia e il progresso sociale, attraverso la realizzazione costante di istituti e di una legislazione a vantaggio non solo dei ceti proletari, ma anche del vasto settore dei ceti medi, trovando spesso l’incontro con i principi della cultura liberale. La temperie culturale della sinistra italiana nel dopoguerra, fatta di dogmatismi ideologici, pregiudizi politici ed intolleranza, quale oggi, anche dalle testimonianze dei protagonisti, viene rivelandosi, significò per i socialisti democratici italiani una dura battaglia, fatta anche di grande respiro e resistenza morale. Saragat ne fu, con la sua cultura e sensibilità politica, il portabandiera, promuovendo l’incontro con Alcide De Gasperi ed il mondo cattolico per salvaguardare, all’interno del neonato Stato repubblicano, le istituzioni della democrazia liberale. Nei primi anni del dopoguerra, la critica al “comunismo realizzato” venne definendosi ed articolandosi, nell’ambito delle diverse formazioni del socialismo democratico italiano, in particolare nel PSLI, tra il 1947 e il 1952, di pari passo con l’attenzione verso le idee e i valori del sistema di vita americano, che, anche attraverso le iniziative del piano Marshall, risultarono molto importanti, ai fini della elaborazione di una via socialista democratica alla Ricostruzione, ben diversa da quella che veniva delineandosi, secondo modelli autoritari, nei paesi dell’Europa orientale. In questa nuova ed originale visione, momento significativo fu rappresentato dall’idea degli Stati Uniti d’Europa e, più in generale, dall’impegno di dare vita ad una “terza forza” europea, che sarebbe poi divenuta il nucleo della successiva costruzione europeistica.

Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-1952)

DONNO, Michele
2009-01-01

Abstract

La storia del socialismo democratico italiano è parte di quella del socialismo europeo. La figura di Giuseppe Saragat risulta centrale nella maturazione in Italia delle idee socialdemocratiche, ispirate all’insegnamento di Filippo Turati e dei socialisti riformisti italiani. In questo processo, decisiva fu nel 1947 la costituzione del Partito socialista dei lavoratori italiani, nato dalla scissione di palazzo Barberini, e divenuto portatore delle idee, proprie del socialismo democratico europeo, incentrate sulla crescita progressiva delle condizioni delle classi lavoratrici, nell’ambito di una riforma del sistema capitalistico, in antitesi ad ogni ideologia e progetto rivoluzionario. Le idee socialiste democratiche, partendo dal ceppo antico del marxismo, interpretavano, nella moderna società capitalistica, la lotta per la giustizia e il progresso sociale, attraverso la realizzazione costante di istituti e di una legislazione a vantaggio non solo dei ceti proletari, ma anche del vasto settore dei ceti medi, trovando spesso l’incontro con i principi della cultura liberale. La temperie culturale della sinistra italiana nel dopoguerra, fatta di dogmatismi ideologici, pregiudizi politici ed intolleranza, quale oggi, anche dalle testimonianze dei protagonisti, viene rivelandosi, significò per i socialisti democratici italiani una dura battaglia, fatta anche di grande respiro e resistenza morale. Saragat ne fu, con la sua cultura e sensibilità politica, il portabandiera, promuovendo l’incontro con Alcide De Gasperi ed il mondo cattolico per salvaguardare, all’interno del neonato Stato repubblicano, le istituzioni della democrazia liberale. Nei primi anni del dopoguerra, la critica al “comunismo realizzato” venne definendosi ed articolandosi, nell’ambito delle diverse formazioni del socialismo democratico italiano, in particolare nel PSLI, tra il 1947 e il 1952, di pari passo con l’attenzione verso le idee e i valori del sistema di vita americano, che, anche attraverso le iniziative del piano Marshall, risultarono molto importanti, ai fini della elaborazione di una via socialista democratica alla Ricostruzione, ben diversa da quella che veniva delineandosi, secondo modelli autoritari, nei paesi dell’Europa orientale. In questa nuova ed originale visione, momento significativo fu rappresentato dall’idea degli Stati Uniti d’Europa e, più in generale, dall’impegno di dare vita ad una “terza forza” europea, che sarebbe poi divenuta il nucleo della successiva costruzione europeistica.
2009
9788849824735
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