Il libro individua nel Mediterraneo la metafora di un dilemma complesso, nel quale una sindrome della frontiera, del confine oscuro, si misura con il bisogno del varco, con la spinta storicamente ineluttabile allo sconfinamento, all'apertura fiduciosa e al disvelamento dell'ignoto. Esso mira a spiegare come e perché sia stata proprio la letteratura, in particolare la tradizione novellistica, a tenere vivi per secoli il senso multiforme, la varia declinazione storica di quel dilemma e la dialettica di civiltà che n'è scaturita. In quello spazio sterminato di scambio, dove modelli di racconto e linguaggi assai distanti fra loro furono destinati a contaminarsi, un'eterogenea miriade di pratiche retoriche ed 'esemplari', di stili e paradigmi comunicativi, rivendica la virtù (e il diritto) di costruire un'immagine plausibile dell'Altro, il credibile suo ritratto. Lo speciale attrito prodotto nell'Occidente cristiano dal confronto con l'Islam per secoli ha fatto percepire quell'altra fede come una sponda inospitale, specchio inquietante capace di rimandare in terra cristiana, come già mostrano fra Due e Trecento gli 'exempla', le cronache e le raccolte di novelle, immagini deformate o mostruose, oppure turbamenti etico-coscienziali e dubbi conoscitivi che indicano un dissidio tutto interno alla coscienza cristiana, a conferma del fatto che raccontare l'Altro ha sempre significato mettere alla prova i propri modelli mentali e la propria consapevolezza etica. La scrittura novellistica si offre a quella verifica come uno degli strumenti di più alta valenza conoscitiva. Lo mostra genialmente il "Decameron" di Boccaccio, nel quale le fertili utopie di un immaginario laico sono costruite col fervore di una passione ecumenica del tutto nuova, che insegna a neutralizzare con gli strumenti del comico e della parodia l'incubo del confine violato, con una positiva concitazione della scoperta, che arriverà fino a Bandello: è l'utopia sommessa di un dialogo nuovo con un Oriente ancora remoto e così gravido di sconosciuta 'meraviglia'.

Raccontare l'Altro. L'Oriente islamico nella novella italiana da Boccaccio a Bandello

GIRARDI, Raffaele
2012-01-01

Abstract

Il libro individua nel Mediterraneo la metafora di un dilemma complesso, nel quale una sindrome della frontiera, del confine oscuro, si misura con il bisogno del varco, con la spinta storicamente ineluttabile allo sconfinamento, all'apertura fiduciosa e al disvelamento dell'ignoto. Esso mira a spiegare come e perché sia stata proprio la letteratura, in particolare la tradizione novellistica, a tenere vivi per secoli il senso multiforme, la varia declinazione storica di quel dilemma e la dialettica di civiltà che n'è scaturita. In quello spazio sterminato di scambio, dove modelli di racconto e linguaggi assai distanti fra loro furono destinati a contaminarsi, un'eterogenea miriade di pratiche retoriche ed 'esemplari', di stili e paradigmi comunicativi, rivendica la virtù (e il diritto) di costruire un'immagine plausibile dell'Altro, il credibile suo ritratto. Lo speciale attrito prodotto nell'Occidente cristiano dal confronto con l'Islam per secoli ha fatto percepire quell'altra fede come una sponda inospitale, specchio inquietante capace di rimandare in terra cristiana, come già mostrano fra Due e Trecento gli 'exempla', le cronache e le raccolte di novelle, immagini deformate o mostruose, oppure turbamenti etico-coscienziali e dubbi conoscitivi che indicano un dissidio tutto interno alla coscienza cristiana, a conferma del fatto che raccontare l'Altro ha sempre significato mettere alla prova i propri modelli mentali e la propria consapevolezza etica. La scrittura novellistica si offre a quella verifica come uno degli strumenti di più alta valenza conoscitiva. Lo mostra genialmente il "Decameron" di Boccaccio, nel quale le fertili utopie di un immaginario laico sono costruite col fervore di una passione ecumenica del tutto nuova, che insegna a neutralizzare con gli strumenti del comico e della parodia l'incubo del confine violato, con una positiva concitazione della scoperta, che arriverà fino a Bandello: è l'utopia sommessa di un dialogo nuovo con un Oriente ancora remoto e così gravido di sconosciuta 'meraviglia'.
2012
978-88-207-5583-6
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