Questo contributo analizza il rapporto tra linguaggio, genere e comunicazione istituzionale attraverso la teoria della performatività linguistica, elaborata da John L. Austin (1901-1960) e successivamente sviluppata da Jürgen Habermas e Pierre Bourdieu (1930-2002). Judith Butler – criticando sia Habermas che Bourdieu – ha costruito la sua analisi del rapporto tra genere e performatività linguistica. Individuando il potere performativo del linguaggio unicamente nella dimensione perlocutoria, Butler sembrerebbe escludere la possibilità di intendere la sfera giuridica e politico-istituzionale come lo spazio in cui sono possibili forme di categorizzazione e significazione alternative a quelle dominanti. Connettendo Habermas e Butler, Kanchana Mahadevan ha invece individuato nella dimensione illocutoria una possibilità per risignificare dialogicamente le differenze di genere e per rafforzare il carattere democratico delle istituzioni. Questo dibattito teorico costituirà lo sfondo per alcune proposte di ricerca relative a un tema che sta progressivamente emergendo nel dibattito pubblico del nostro Paese: “l’approccio di genere al linguaggio” e il suo riconoscimento nella comunicazione istituzionale – specialmente attraverso l’adozione di specifiche linee guida da parte delle pubbliche amministrazioni. In questa prospettiva, adottare un approccio al linguaggio politico e amministrativo che tenga conto delle differenze di genere può rientrare nella progettazione di nuove politiche trasformative della società.
La performatività linguistica e l’approccio di genere alla comunicazione istituzionale
Giorgio Borrelli
2024-01-01
Abstract
Questo contributo analizza il rapporto tra linguaggio, genere e comunicazione istituzionale attraverso la teoria della performatività linguistica, elaborata da John L. Austin (1901-1960) e successivamente sviluppata da Jürgen Habermas e Pierre Bourdieu (1930-2002). Judith Butler – criticando sia Habermas che Bourdieu – ha costruito la sua analisi del rapporto tra genere e performatività linguistica. Individuando il potere performativo del linguaggio unicamente nella dimensione perlocutoria, Butler sembrerebbe escludere la possibilità di intendere la sfera giuridica e politico-istituzionale come lo spazio in cui sono possibili forme di categorizzazione e significazione alternative a quelle dominanti. Connettendo Habermas e Butler, Kanchana Mahadevan ha invece individuato nella dimensione illocutoria una possibilità per risignificare dialogicamente le differenze di genere e per rafforzare il carattere democratico delle istituzioni. Questo dibattito teorico costituirà lo sfondo per alcune proposte di ricerca relative a un tema che sta progressivamente emergendo nel dibattito pubblico del nostro Paese: “l’approccio di genere al linguaggio” e il suo riconoscimento nella comunicazione istituzionale – specialmente attraverso l’adozione di specifiche linee guida da parte delle pubbliche amministrazioni. In questa prospettiva, adottare un approccio al linguaggio politico e amministrativo che tenga conto delle differenze di genere può rientrare nella progettazione di nuove politiche trasformative della società.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


