Bari, 1769/1770. Cacciati i gesuiti dal Regno di Napoli, le loro scuole son chiuse. Un progetto regio, ispirato da Antonio Genovesi e fortemente voluto dal ministro Tanucci, istituisce scuole pubbliche, laiche, nelle più importanti città del Regno, oltre che a Napoli. L’insegnamento culminante è quello di Dottrina degli Officj: princìpi di etica e diritto, in armonia con la legge di natura, e in ascolto delle più avanzate tendenze della riflessione filosofica europea del primo Settecento. È il tentativo di costruire un ceto dirigente diffuso, che, completando la propria formazione nell’università partenopea, avrebbe garantito il raccordo fra capitale e periferie. A Bari quell’insegnamento è tenuto da Luigi Sagarriga Visconti (1726-1781), il quale del Collegio è anche sovrintendente, rampollo di una famiglia ben in vista nella città, che si adopera per mantenere il proprio posto tra la nobiltà locale. Le lezioni che egli impartì, verosimilmente nel primo anno di istituzione del Collegio, sono qui pubblicate per la prima volta con note esplicative: si presentano come un sistematico commento al primo libro del De officiis di Cicerone, letto alla luce della dottrina giusnaturalistica continentale, ma anche con uno sguardo a libri non del tutto ortodossi. Queste lezioni documentano un esperimento culturale e sociale ambizioso ma di circoscritta efficacia, almeno rispetto al contesto barese, ma confermano anche, una volta di più, la secolare centralità dell’opera ciceroniana per una formazione etica, civile e politica.
Lezioni sul De officiis di Cicerone presso il Regio Collegio di Bari
Claudio Schiano
2025-01-01
Abstract
Bari, 1769/1770. Cacciati i gesuiti dal Regno di Napoli, le loro scuole son chiuse. Un progetto regio, ispirato da Antonio Genovesi e fortemente voluto dal ministro Tanucci, istituisce scuole pubbliche, laiche, nelle più importanti città del Regno, oltre che a Napoli. L’insegnamento culminante è quello di Dottrina degli Officj: princìpi di etica e diritto, in armonia con la legge di natura, e in ascolto delle più avanzate tendenze della riflessione filosofica europea del primo Settecento. È il tentativo di costruire un ceto dirigente diffuso, che, completando la propria formazione nell’università partenopea, avrebbe garantito il raccordo fra capitale e periferie. A Bari quell’insegnamento è tenuto da Luigi Sagarriga Visconti (1726-1781), il quale del Collegio è anche sovrintendente, rampollo di una famiglia ben in vista nella città, che si adopera per mantenere il proprio posto tra la nobiltà locale. Le lezioni che egli impartì, verosimilmente nel primo anno di istituzione del Collegio, sono qui pubblicate per la prima volta con note esplicative: si presentano come un sistematico commento al primo libro del De officiis di Cicerone, letto alla luce della dottrina giusnaturalistica continentale, ma anche con uno sguardo a libri non del tutto ortodossi. Queste lezioni documentano un esperimento culturale e sociale ambizioso ma di circoscritta efficacia, almeno rispetto al contesto barese, ma confermano anche, una volta di più, la secolare centralità dell’opera ciceroniana per una formazione etica, civile e politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


