Castel ha definito la vulnerabilità una parola valigia per declinare tutte le varietà della miseria del mondo (Castel, 1995). Nel linguaggio comune, infatti, essa rimanda a una condizione di precarietà, conflitto, rottura, disagio, difficilmente riparabile, in quanto spesso confusa con la fragilità. La fragilità invece si differenzia dalla vulnerabilità: si dice, ad esempio, che il fiore è fragile, che il vetro è fragile (Milani, 2018). Fiore e vetro sono costitutivamente fragili, si rompono facilmente. L’azione che consegue alla fragilità è quindi la riparazione, anche se, fiore e vetro, una volta rotti, sono difficilmente riparabili.
Vulnerabilità
Vito Balzano
;Giorgia Coppola
;
2025-01-01
Abstract
Castel ha definito la vulnerabilità una parola valigia per declinare tutte le varietà della miseria del mondo (Castel, 1995). Nel linguaggio comune, infatti, essa rimanda a una condizione di precarietà, conflitto, rottura, disagio, difficilmente riparabile, in quanto spesso confusa con la fragilità. La fragilità invece si differenzia dalla vulnerabilità: si dice, ad esempio, che il fiore è fragile, che il vetro è fragile (Milani, 2018). Fiore e vetro sono costitutivamente fragili, si rompono facilmente. L’azione che consegue alla fragilità è quindi la riparazione, anche se, fiore e vetro, una volta rotti, sono difficilmente riparabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


