The contribution examines the evolution of the flexicurity model within the European legal framework, tracing its theoretical origins and progressive consolidation as an essential element for modernizing the EU labor market. The essay highlights this paradigm’s contradictions and structural limits through a diachronic analysis. It shows how its implementation in various national contexts has often proven inadequate in ensuring absolute job security, especially in the multiple crisis scenarios that have marked the European integration process. The study concludes with a reflection on the most recent phase of flexicurity, questioning its resilience in light of the ongoing socio-economic transformations and emphasizing the need for a rethinking of the model in a more inclusive direction, strengthening investments in social protection, promoting more equitable access to training, and encouraging active citizen participation in the labour market.

Il contributo esamina l’evoluzione del modello di flexicurity nell’ordinamento europeo, ripercorrendone le origini teoriche e il suo progressivo consolidamento quale «elemento cruciale per modernizzare il mercato del lavoro dell’UE». Attraverso una lettura diacronica, il saggio evidenzia le contraddizioni e i limiti strutturali di tale paradigma, mostrando come la sua attuazione nei diversi contesti nazionali si sia spesso rivelata inadeguata nel garantire una reale sicurezza occupazionale, soprattutto nei molteplici scenari di crisi che hanno segnato il processo di integrazione europea. L’indagine si conclude con una riflessione sulla più recente stagione della flexicurity, mettendo in discussione la sua resilienza alla luce delle attuali trasformazioni socioeconomiche e sottolineando la necessità di ripensare il modello in una direzione più inclusiva, rafforzando gli investimenti nella protezione sociale, promuovendo un accesso più equo alla formazione e incoraggiando una maggiore partecipazione attiva dei cittadini nel mercato del lavoro.

Le “varie e diverse vie” europee alla flexicurity

carmela garofalo
2025-01-01

Abstract

The contribution examines the evolution of the flexicurity model within the European legal framework, tracing its theoretical origins and progressive consolidation as an essential element for modernizing the EU labor market. The essay highlights this paradigm’s contradictions and structural limits through a diachronic analysis. It shows how its implementation in various national contexts has often proven inadequate in ensuring absolute job security, especially in the multiple crisis scenarios that have marked the European integration process. The study concludes with a reflection on the most recent phase of flexicurity, questioning its resilience in light of the ongoing socio-economic transformations and emphasizing the need for a rethinking of the model in a more inclusive direction, strengthening investments in social protection, promoting more equitable access to training, and encouraging active citizen participation in the labour market.
2025
Il contributo esamina l’evoluzione del modello di flexicurity nell’ordinamento europeo, ripercorrendone le origini teoriche e il suo progressivo consolidamento quale «elemento cruciale per modernizzare il mercato del lavoro dell’UE». Attraverso una lettura diacronica, il saggio evidenzia le contraddizioni e i limiti strutturali di tale paradigma, mostrando come la sua attuazione nei diversi contesti nazionali si sia spesso rivelata inadeguata nel garantire una reale sicurezza occupazionale, soprattutto nei molteplici scenari di crisi che hanno segnato il processo di integrazione europea. L’indagine si conclude con una riflessione sulla più recente stagione della flexicurity, mettendo in discussione la sua resilienza alla luce delle attuali trasformazioni socioeconomiche e sottolineando la necessità di ripensare il modello in una direzione più inclusiva, rafforzando gli investimenti nella protezione sociale, promuovendo un accesso più equo alla formazione e incoraggiando una maggiore partecipazione attiva dei cittadini nel mercato del lavoro.
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