La flessibilizzazione degli aiuti di Stato per lo sviluppo dei mercati (The flexibilization of State aid for market development)

State aid policy in the European Union has undergone a substantial shift towards greater flexibility, aimed at supporting internal market development, industrial competitiveness, and ecological transition. While the core provisions of the Treaty on the Functioning of the European Union (Articles 107–109) have formally remained unchanged, the governance and application of State aid rules have evolved through the combined use of hard law, soft law, exemption regimes, Temporary Frameworks, and case law. Recent economic and social crises - from the 2008 financial collapse to the COVID-19 pandemic and the current energy emergency - have contributed to redefining State aid not merely as a defensive tool, but as an active lever for industrial policy, economic resilience, and strategic autonomy. Aid schemes have become adaptive instruments, capable of responding to new challenges and driving structural transformation across key economic sectors. Environmental objectives have taken on a central role, especially with the integration of the Do No Significant Harm (DNSH) principle and the priorities outlined in the European Green Deal. Green aid represents a new generation of public subsidies, aimed not only at environmental protection but also at fostering technological innovation and sustainable growth. This evolving framework, although not yet consolidated in a comprehensive legal reform, reflects a broader strategy to align sustainability, competitiveness, and social inclusion. State aid policy is increasingly used as a proactive economic steering tool, guiding industrial sectors toward long-term collective objectives. Nevertheless, careful monitoring remains necessary to ensure that policy interventions align with market realities, avoiding imbalances or adverse effects in critical areas such as the automotive industry and raw material supply chains.

La disciplina degli aiuti di Stato nell’Unione europea ha conosciuto, nel tempo, un’evoluzione significativa verso una maggiore flessibilità, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del mercato interno, la competitività industriale e la transizione ecologica. Sebbene le disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (artt. 107–109) siano rimaste formalmente invariate, si è assistito a una trasformazione sostanziale della governance e degli strumenti applicativi, attraverso un utilizzo combinato di hard law, soft law, regimi di esenzione, Quadri Temporanei e orientamenti giurisprudenziali. Le crisi economiche e sociali degli ultimi decenni - dalla crisi finanziaria del 2008 alla pandemia da COVID-19, fino all’attuale emergenza energetica - hanno spinto verso un uso più dinamico degli aiuti di Stato, non più solo come strumento di difesa del mercato, ma come leva di politica industriale, resilienza economica e autonomia strategica. In questo contesto, gli aiuti si configurano come strumenti adattivi, capaci di rispondere a esigenze emergenti e di sostenere la trasformazione strutturale dei settori produttivi europei. Un ruolo centrale è svolto dalla dimensione ambientale, in particolare attraverso l’integrazione del principio del Do No Significant Harm (DNSH) e delle priorità delineate nel Green Deal europeo. Gli aiuti verdi rappresentano una nuova generazione di sostegni pubblici, volti non solo alla tutela ambientale, ma anche alla promozione dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo sostenibile. Il nuovo approccio, pur privo di una riforma normativa organica, riflette una strategia orientata all’integrazione tra sostenibilità, competitività e inclusione sociale. La politica degli aiuti si configura così come strumento proattivo di indirizzo economico, in grado di accompagnare i settori industriali verso obiettivi comuni di lungo periodo. Tuttavia, permane la necessità di monitorare l’efficacia delle misure adottate e il loro effettivo riscontro nei mercati, per evitare squilibri o effetti controproducenti in settori strategici, come l’automotive o le materie prime critiche.