In questa indagine si è voluto teorizzare ed evidenziare come cambiamento delle procedure di revisione costituzionale, mutamento dell’interpretazione costituzionale e trasformazione del significato e del senso del politico descrivano il concetto stesso di Costituzione nella sua tradizione, una tradizione che diviene in questo caso quella segnata dalle sorti di un regime politico e di un ordine giuridico sovrano. Nella transizione e nel passaggio temporale di un concetto è possibile, però, individuare come sia la forma a generare il fenomeno: è infatti la Costituzione (la forma più compiuta della norma giuridica) a concretare lo Stato, emanando il politico (il fenomeno); in ciò si rileva la dimensione non soltanto spaziale, ma anche temporale del concetto. Proprio in tale prospettiva ermeneutica e semantico-storica, la Costituzione si sostanzia nelle categorie principali nelle quali si determinano il significato ed il senso del concetto, e che sono lo spazio ed il tempo. All’interno di queste categorie emergono passaggi di storia delle idee che delineano da un lato l’osservazione del concetto, forma questa legata alla produzione di spazio che il concetto determina; dall’altro lato si profila possibile una descrizione del concetto, fenomeno questo legato alla temporalità che il concetto produce inevitabilmente nella sua espansione ed evoluzione. Bisogna subito poter affermare che nella spazialità di un concetto emerge la sua estensione semantica in una data epoca, e l’eventualità che esso si riproduca in un’epoca diversa, naturalmente interagendo in un tempo sociale e storico differente, attraversato da equilibri e da situazioni giuridico-politiche distinguibili e differenziate, che saranno poi all’origine, guarda caso, del determinarsi di un transito dalla tradizione alla trasformazione, dall’epistemologia giuridico-positiva all’ermeneutica giuridico-politica, per definirsi e delinearsi, specificamente tale trasformazione, quale nuovo contesto e contenuto tradizionali. Ciò conduce direttamente all’osservazione di un concetto che, nel caso della Costituzione, consente di poter descrivere come si siano modernizzati e come siano mutati svolgimenti complessivi e lineamenti assiologici, accezioni giuridiche e condizioni politiche man mano difformi e divergenti, i quali hanno rivelato ed espresso necessità ed emergenze distinte e polimorfe che si concretizzavano in passaggi eterogenei da una società ad un’altra. Si tratta, evidentemente, di intendere il problema come una condizione trascendentale – riferita anche all’esperienza in genere ed in quanto tale uni¬versale e necessaria –, condizione trascendentale che rende chiara ed inequivocabile, a sua volta, una concreta esperienza nell’ambito temporale in cui il concetto si colloca.
Dottrina della sovranità e del mutamento costituzionale. Fondamenti di semantica storica della Costituzione
LONGO, GIANFRANCO
2008-01-01
Abstract
In questa indagine si è voluto teorizzare ed evidenziare come cambiamento delle procedure di revisione costituzionale, mutamento dell’interpretazione costituzionale e trasformazione del significato e del senso del politico descrivano il concetto stesso di Costituzione nella sua tradizione, una tradizione che diviene in questo caso quella segnata dalle sorti di un regime politico e di un ordine giuridico sovrano. Nella transizione e nel passaggio temporale di un concetto è possibile, però, individuare come sia la forma a generare il fenomeno: è infatti la Costituzione (la forma più compiuta della norma giuridica) a concretare lo Stato, emanando il politico (il fenomeno); in ciò si rileva la dimensione non soltanto spaziale, ma anche temporale del concetto. Proprio in tale prospettiva ermeneutica e semantico-storica, la Costituzione si sostanzia nelle categorie principali nelle quali si determinano il significato ed il senso del concetto, e che sono lo spazio ed il tempo. All’interno di queste categorie emergono passaggi di storia delle idee che delineano da un lato l’osservazione del concetto, forma questa legata alla produzione di spazio che il concetto determina; dall’altro lato si profila possibile una descrizione del concetto, fenomeno questo legato alla temporalità che il concetto produce inevitabilmente nella sua espansione ed evoluzione. Bisogna subito poter affermare che nella spazialità di un concetto emerge la sua estensione semantica in una data epoca, e l’eventualità che esso si riproduca in un’epoca diversa, naturalmente interagendo in un tempo sociale e storico differente, attraversato da equilibri e da situazioni giuridico-politiche distinguibili e differenziate, che saranno poi all’origine, guarda caso, del determinarsi di un transito dalla tradizione alla trasformazione, dall’epistemologia giuridico-positiva all’ermeneutica giuridico-politica, per definirsi e delinearsi, specificamente tale trasformazione, quale nuovo contesto e contenuto tradizionali. Ciò conduce direttamente all’osservazione di un concetto che, nel caso della Costituzione, consente di poter descrivere come si siano modernizzati e come siano mutati svolgimenti complessivi e lineamenti assiologici, accezioni giuridiche e condizioni politiche man mano difformi e divergenti, i quali hanno rivelato ed espresso necessità ed emergenze distinte e polimorfe che si concretizzavano in passaggi eterogenei da una società ad un’altra. Si tratta, evidentemente, di intendere il problema come una condizione trascendentale – riferita anche all’esperienza in genere ed in quanto tale uni¬versale e necessaria –, condizione trascendentale che rende chiara ed inequivocabile, a sua volta, una concreta esperienza nell’ambito temporale in cui il concetto si colloca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.