L’attenzione alle esigenze di un ambiente accogliente e funzionale e la consapevolezza della sua importanza sono ormai universalmente riconosciuti come elementi di qualità e oggetto di esplicita progettazione. Numerosi riferimenti normativi (INDIRE, 2018; MIM, 2021), a vari livelli, approfondiscono le tematiche connesse all’organizzazione dello spazio, in modo particolare per la fascia zerosei, evidenziando la necessità di garantire uno “spazio-scuola” pensato come "terzo educatore" (Malaguzzi, 2010), protagonista attivo nel processo pedagogico e capace di dare corpo alla relazione tra pari e con gli adulti. In virtù di questa attenzione, l’intervento di potenziamento infrastrutturale, una delle misure centrali del PNRR, riguarderà proprio la realizzazione di nuovi edifici, in particolare poli per l’infanzia; in realtà, però, l’ossatura del servizio educativo zerosei resterà poggiato sugli edifici già presenti, strutturalmente lontani dalle recenti indicazioni pedagogiche: “scatole” distanti dai desideri che animano gli sguardi, le menti e i corpi di bambini e insegnanti (Guerra & Bartolino, 2020). Questo scenario chiede al sapere pedagogico uno sforzo in termini di formazione rivolta alle figure educative nel concretizzare lo spazio come “terzo educatore”, accompagnando le insegnanti nel pensare l’ambiente scuola come altro rispetto alla somma di corridoi e aule, e fornendo gli strumenti per realizzare spazi modulari, flessibili e aperti al territorio. Alla luce di questa sfida, il contributo descrive un percorso di ricerca-formazione sviluppato in collaborazione con educatrici e insegnanti di nido e scuola dell’infanzia del territorio barese. Il progetto, nato con l’obiettivo di fornire alle figure educative gli strumenti teorico-pratici necessari per progettare e ri-organizzare lo spazio, ha posto al centro le rappresentazioni personali delle partecipanti sull’idea di aula, grazie a un confronto tra passato e presente. Questo approccio diacronico ha permesso di legare le pratiche quotidiane con le sfide pedagogiche attuali, fornendo un contesto su cui basare la riflessione collegiale e la successiva rimodulazione degli ambienti. I risultati, alla luce anche dei limiti strutturali di alcuni edifici, hanno sottolineato la valenza del percorso formativo in termini di coinvolgimento (anche emotivo) delle insegnanti, lo sviluppo di una riflessione critica sulla gattopardesca situazione di alcune scuole che, alla luce delle nuove proposte, hanno lentamente cambiato tutto per non modificare nulla, ma soprattutto la valorizzazione del ruolo e delle competenze delle figure educative in relazione all’organizzazione del setting. Si evidenzia, quindi, la valenza pedagogica e culturale dello spazio come elemento chiave nelle dinamiche socio-relazionali e di insegnamento-apprendimento nella prima infanzia e il ruolo della formazione nel favorire il benessere e l’engagement civico dei bambini a partire dall’aula.

L’ambiente in ottica zerosei tra passato, presente e futuro: una ricerca-formazione per riflettere sull’organizzazione dello spazio e valorizzare il compito progettuale delle figure educative

Francesco Pizzolorusso
2025-01-01

Abstract

L’attenzione alle esigenze di un ambiente accogliente e funzionale e la consapevolezza della sua importanza sono ormai universalmente riconosciuti come elementi di qualità e oggetto di esplicita progettazione. Numerosi riferimenti normativi (INDIRE, 2018; MIM, 2021), a vari livelli, approfondiscono le tematiche connesse all’organizzazione dello spazio, in modo particolare per la fascia zerosei, evidenziando la necessità di garantire uno “spazio-scuola” pensato come "terzo educatore" (Malaguzzi, 2010), protagonista attivo nel processo pedagogico e capace di dare corpo alla relazione tra pari e con gli adulti. In virtù di questa attenzione, l’intervento di potenziamento infrastrutturale, una delle misure centrali del PNRR, riguarderà proprio la realizzazione di nuovi edifici, in particolare poli per l’infanzia; in realtà, però, l’ossatura del servizio educativo zerosei resterà poggiato sugli edifici già presenti, strutturalmente lontani dalle recenti indicazioni pedagogiche: “scatole” distanti dai desideri che animano gli sguardi, le menti e i corpi di bambini e insegnanti (Guerra & Bartolino, 2020). Questo scenario chiede al sapere pedagogico uno sforzo in termini di formazione rivolta alle figure educative nel concretizzare lo spazio come “terzo educatore”, accompagnando le insegnanti nel pensare l’ambiente scuola come altro rispetto alla somma di corridoi e aule, e fornendo gli strumenti per realizzare spazi modulari, flessibili e aperti al territorio. Alla luce di questa sfida, il contributo descrive un percorso di ricerca-formazione sviluppato in collaborazione con educatrici e insegnanti di nido e scuola dell’infanzia del territorio barese. Il progetto, nato con l’obiettivo di fornire alle figure educative gli strumenti teorico-pratici necessari per progettare e ri-organizzare lo spazio, ha posto al centro le rappresentazioni personali delle partecipanti sull’idea di aula, grazie a un confronto tra passato e presente. Questo approccio diacronico ha permesso di legare le pratiche quotidiane con le sfide pedagogiche attuali, fornendo un contesto su cui basare la riflessione collegiale e la successiva rimodulazione degli ambienti. I risultati, alla luce anche dei limiti strutturali di alcuni edifici, hanno sottolineato la valenza del percorso formativo in termini di coinvolgimento (anche emotivo) delle insegnanti, lo sviluppo di una riflessione critica sulla gattopardesca situazione di alcune scuole che, alla luce delle nuove proposte, hanno lentamente cambiato tutto per non modificare nulla, ma soprattutto la valorizzazione del ruolo e delle competenze delle figure educative in relazione all’organizzazione del setting. Si evidenzia, quindi, la valenza pedagogica e culturale dello spazio come elemento chiave nelle dinamiche socio-relazionali e di insegnamento-apprendimento nella prima infanzia e il ruolo della formazione nel favorire il benessere e l’engagement civico dei bambini a partire dall’aula.
2025
9791255682776
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/542642
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