Attraverso un caso di studio territoriale – la provincia di Latina, a sud di Roma – il saggio esamina le strategie e i mezzi impiegati in Italia fra il 1948 e il 1956 come risposta alla percezione di un pericolo, rappresentato dal Partito comunista italiano. Dall’analisi emerge un nesso funzionale molto stretto negli anni del centrismo tra continuità e discontinuità rispetto al fascismo e all’età liberale: in un contesto politico e istituzionale che presentava infatti forti elementi di rottura con il passato la continuità di apparati e funzionari preposti al controllo dell’ordine pubblico fu giudicata necessaria dalle forze di governo per difendere e consolidare le istituzioni democratiche. Strumenti ben collaudati come il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) del 1931 e il Casellario politico centrale (Cpc) vissero così una sorta di seconda giovinezza, contribuendo a caratterizzare in senso autoritario la cosiddetta “democrazia protetta”: il primo operò in superficie per limitare e circoscrivere gli spazi pubblici a disposizione del Pci; il secondò funzionò nell'ombra come strumento di vigilanza sui singoli, dirigenti e attivisti, appartenenti al partito e al sindacato di classe.

“Pericoloso per l'ordinamento democratico dello Stato”: ordine pubblico e vigilanza politica a Latina (1948-1956)

Stefano Mangullo
2014-01-01

Abstract

Attraverso un caso di studio territoriale – la provincia di Latina, a sud di Roma – il saggio esamina le strategie e i mezzi impiegati in Italia fra il 1948 e il 1956 come risposta alla percezione di un pericolo, rappresentato dal Partito comunista italiano. Dall’analisi emerge un nesso funzionale molto stretto negli anni del centrismo tra continuità e discontinuità rispetto al fascismo e all’età liberale: in un contesto politico e istituzionale che presentava infatti forti elementi di rottura con il passato la continuità di apparati e funzionari preposti al controllo dell’ordine pubblico fu giudicata necessaria dalle forze di governo per difendere e consolidare le istituzioni democratiche. Strumenti ben collaudati come il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) del 1931 e il Casellario politico centrale (Cpc) vissero così una sorta di seconda giovinezza, contribuendo a caratterizzare in senso autoritario la cosiddetta “democrazia protetta”: il primo operò in superficie per limitare e circoscrivere gli spazi pubblici a disposizione del Pci; il secondò funzionò nell'ombra come strumento di vigilanza sui singoli, dirigenti e attivisti, appartenenti al partito e al sindacato di classe.
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