La pronuncia della Corte di giustizia nella causa C-460/23 Kinsa segna un momento di svolta nell’evoluzione giurisprudenziale del diritto penale europeo dell’immigrazione, inaugurando un approccio interpretativo che privilegia la tutela dei diritti fondamentali rispetto alle istanze meramente repressive. Il dictum della Corte, pur mantenendo formalmente inalterata l’architettura normativa del Facilitators Package, ne ridefinisce sostanzialmente l’ambito applicativo mediante un’interpretazione conforme ai parametri costituzionali europei. Nel presente elaborato, l’obiettivo è quello di esaminare criticamente la disciplina europea concernente la penalizzazione del favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, con particolare riguardo alle misure che ricomprendono anche gli atti di assistenza umanitaria privi di scopo di lucro.
LA CRIMINALIZZAZIONE DELL’AIUTO UMANITARIO E I LIMITI DELLA REPRESSIONE PENALE NELL’ORDINAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA: TRA ESIGENZE DI CONTROLLO MIGRATORIO E TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI
donatella del vescovo
2025-01-01
Abstract
La pronuncia della Corte di giustizia nella causa C-460/23 Kinsa segna un momento di svolta nell’evoluzione giurisprudenziale del diritto penale europeo dell’immigrazione, inaugurando un approccio interpretativo che privilegia la tutela dei diritti fondamentali rispetto alle istanze meramente repressive. Il dictum della Corte, pur mantenendo formalmente inalterata l’architettura normativa del Facilitators Package, ne ridefinisce sostanzialmente l’ambito applicativo mediante un’interpretazione conforme ai parametri costituzionali europei. Nel presente elaborato, l’obiettivo è quello di esaminare criticamente la disciplina europea concernente la penalizzazione del favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, con particolare riguardo alle misure che ricomprendono anche gli atti di assistenza umanitaria privi di scopo di lucro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


