Il dopoguerra segna un periodo di significativa rinascita culturale in Europa, influenzando profondamente il teatro e la scenografia. Durante questo periodo, gli artisti esplorano nuove forme e tecniche che si distaccano dalle tradizioni passate, utilizzando tecnologie moderne come l'illuminotecnica e materiali sintetici. La scenografia evolve in una "drammaturgia visiva", contribuendo attivamente alla narrazione e riflettendo temi esistenzialisti come l'alienazione e l'identità. Le influenze del cinema e del neorealismo italiano portano a un approccio più realistico, mentre il minimalismo emerge in risposta al naturalismo, enfatizzando significati simbolici con scenografie astratte. Luciano Damiani, figura centrale della scenografia teatrale del XX secolo, si distingue per la sua innovazione spaziale e l'uso della luce. Formatosi in un contesto di forte impegno artistico e politico, Damiani integra tradizione e modernità, creando scenografie dinamiche che coinvolgono attivamente il pubblico. Collaborando con registi come Giorgio Strehler, Roger Planchon e Luca Ronconi, Damiani esplora nuove modalità di interazione tra scena e pubblico, favorendo un'esperienza teatrale immersiva e riflessiva. Le sue opere, come quelle al Piccolo Teatro e al Teatro alla Scala, sono caratterizzate da un uso innovativo della luce e da spazi scenici flessibili. Damiani utilizza elementi simbolici come il velo e il sipario per evocare atmosfere poetiche e dinamiche. La sua visione scenografica si fonda sulla creazione di ambienti che stimolano una partecipazione attiva del pubblico, rompendo le barriere tradizionali tra attori e spettatori. L'eredità di Damiani risiede nella capacità di trasformare ogni performance in un'esperienza visiva ed emotiva unica, contribuendo in modo significativo all'evoluzione del teatro contemporaneo.
LA SCENOGRAFIA ITALIANA NEL SECONDO NOVECENTO. IL PALCOSCENICO DI LUCIANO DAMIANI / Suriano, Rossana. - (2025 Apr 07).
LA SCENOGRAFIA ITALIANA NEL SECONDO NOVECENTO. IL PALCOSCENICO DI LUCIANO DAMIANI.
SURIANO, ROSSANA
2025-04-07
Abstract
Il dopoguerra segna un periodo di significativa rinascita culturale in Europa, influenzando profondamente il teatro e la scenografia. Durante questo periodo, gli artisti esplorano nuove forme e tecniche che si distaccano dalle tradizioni passate, utilizzando tecnologie moderne come l'illuminotecnica e materiali sintetici. La scenografia evolve in una "drammaturgia visiva", contribuendo attivamente alla narrazione e riflettendo temi esistenzialisti come l'alienazione e l'identità. Le influenze del cinema e del neorealismo italiano portano a un approccio più realistico, mentre il minimalismo emerge in risposta al naturalismo, enfatizzando significati simbolici con scenografie astratte. Luciano Damiani, figura centrale della scenografia teatrale del XX secolo, si distingue per la sua innovazione spaziale e l'uso della luce. Formatosi in un contesto di forte impegno artistico e politico, Damiani integra tradizione e modernità, creando scenografie dinamiche che coinvolgono attivamente il pubblico. Collaborando con registi come Giorgio Strehler, Roger Planchon e Luca Ronconi, Damiani esplora nuove modalità di interazione tra scena e pubblico, favorendo un'esperienza teatrale immersiva e riflessiva. Le sue opere, come quelle al Piccolo Teatro e al Teatro alla Scala, sono caratterizzate da un uso innovativo della luce e da spazi scenici flessibili. Damiani utilizza elementi simbolici come il velo e il sipario per evocare atmosfere poetiche e dinamiche. La sua visione scenografica si fonda sulla creazione di ambienti che stimolano una partecipazione attiva del pubblico, rompendo le barriere tradizionali tra attori e spettatori. L'eredità di Damiani risiede nella capacità di trasformare ogni performance in un'esperienza visiva ed emotiva unica, contribuendo in modo significativo all'evoluzione del teatro contemporaneo.File | Dimensione | Formato | |
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