L’evoluzione del linguaggio musicale, nei secoli 20° e 21°, è stata tutt’altro che lineare. È una storia che tiene insieme figure come Benjamin Britten e John Zorn, Arnold Schönberg e Sylvano Bussotti, Francis Poulenc, Darius Milhaud e Pierre Schaeffer, Sofija Gubajdulina, Max Reger (v. le relative voci) e Teresa Rampazzi (1914-2001), oscillando tra avanguardia e retroguardia, tra postavanguardia e neotonalità. Nella congerie di lingue e di linguaggi che si è configurata dagli inizi del Novecento fino a oggi, l’idea di ‘sperimentalità’ sembra essere uno dei tratti distintivi della ricerca dei compositori e delle compositrici. Tuttavia, si è in presenza effettivamente di questo elemento (che rischia altrimenti di rimanere vago come può esserlo quello, ad esempio, di ‘creatività’) quando esso ha il carattere dell’eccezionalità, dell’originalità, dell’efficacia, della fecondità e dell’apertura.
Musica sperimentale
Giacomo Fronzi
2025-01-01
Abstract
L’evoluzione del linguaggio musicale, nei secoli 20° e 21°, è stata tutt’altro che lineare. È una storia che tiene insieme figure come Benjamin Britten e John Zorn, Arnold Schönberg e Sylvano Bussotti, Francis Poulenc, Darius Milhaud e Pierre Schaeffer, Sofija Gubajdulina, Max Reger (v. le relative voci) e Teresa Rampazzi (1914-2001), oscillando tra avanguardia e retroguardia, tra postavanguardia e neotonalità. Nella congerie di lingue e di linguaggi che si è configurata dagli inizi del Novecento fino a oggi, l’idea di ‘sperimentalità’ sembra essere uno dei tratti distintivi della ricerca dei compositori e delle compositrici. Tuttavia, si è in presenza effettivamente di questo elemento (che rischia altrimenti di rimanere vago come può esserlo quello, ad esempio, di ‘creatività’) quando esso ha il carattere dell’eccezionalità, dell’originalità, dell’efficacia, della fecondità e dell’apertura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


