Molto è stato scritto su Dacia Maraini negli oltre sessant’anni della sua, talora contrastata ma più spesso felice, ‘vita’ letteraria, ma forse non tutto o non ancora abbastanza. Questo volume monografico, uno dei pochi interamente votato al suo Teatro, intende infatti affrontarne quella sua parte, essenziale ma meno studiata e approfondita. La vita delle parole a lei dedicato vuole dunque scrivere in particolare di Maraini drammaturga, dentro la cornice ovviamente della sua complessiva attività di intellettuale a cavallo tra secolo breve e gli anni Duemila, ma anche lato sensu, “a prescindere” da quest’ultima. «Una drammaturga paradossalmente fedele alla tradizione e al fascino della parola scritta, cui mai ha inteso rinunciare neanche, se vogliamo, durante la breve e fulminante esperienza del teatro di strada a Centocelle negli anni ’60, ma anche straordinariamente innovativa e fin linguisticamente sperimentale, dando in teatro concretezza, vitalità e ‘affettività’ a quella stessa parola, mentre la sottraeva alla polvere di un eccesso di ‘letterarietà’ che ne poteva appesantire la percezione e significanza scenica». Pertanto non un omaggio ma un riconoscimento meritato per una letterata che, in particolare attraverso il teatro, ha scritto delle e per le donne ma anche degli e per gli uomini, per i molti che hanno voluto e vogliono capire e partecipare ad una liberazione ‘possibile’ che Dacia Maraini ha sempre auspicato per le une e per gli altri, insieme.

Una straripante vitalità, all'ombra dei ciliegi

Silvia Mei;
2025-01-01

Abstract

Molto è stato scritto su Dacia Maraini negli oltre sessant’anni della sua, talora contrastata ma più spesso felice, ‘vita’ letteraria, ma forse non tutto o non ancora abbastanza. Questo volume monografico, uno dei pochi interamente votato al suo Teatro, intende infatti affrontarne quella sua parte, essenziale ma meno studiata e approfondita. La vita delle parole a lei dedicato vuole dunque scrivere in particolare di Maraini drammaturga, dentro la cornice ovviamente della sua complessiva attività di intellettuale a cavallo tra secolo breve e gli anni Duemila, ma anche lato sensu, “a prescindere” da quest’ultima. «Una drammaturga paradossalmente fedele alla tradizione e al fascino della parola scritta, cui mai ha inteso rinunciare neanche, se vogliamo, durante la breve e fulminante esperienza del teatro di strada a Centocelle negli anni ’60, ma anche straordinariamente innovativa e fin linguisticamente sperimentale, dando in teatro concretezza, vitalità e ‘affettività’ a quella stessa parola, mentre la sottraeva alla polvere di un eccesso di ‘letterarietà’ che ne poteva appesantire la percezione e significanza scenica». Pertanto non un omaggio ma un riconoscimento meritato per una letterata che, in particolare attraverso il teatro, ha scritto delle e per le donne ma anche degli e per gli uomini, per i molti che hanno voluto e vogliono capire e partecipare ad una liberazione ‘possibile’ che Dacia Maraini ha sempre auspicato per le une e per gli altri, insieme.
2025
9788832068658
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/538441
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