Il clima che caratterizza oggi il mondo della scuola, inteso come il più rappresentativo tra i contesti formali, richiama l’attenzione della pedagogia sociale verso l’analisi di una idea di benessere che si lega sempre più al valore degli attori in campo piuttosto che allo spazio che li ospita. La cura, qui intesa come fabbrica dell’essere, restituisce alla persona una dimensione nuova di costruzione identitaria, che guarda con particolare attenzione al concetto di “occuparsi” e di “preoccuparsi” in quanto cura dell’essere per la propria durata e conservazione. Il contesto esterno, il piano non formale, caratterizza diversamente il concetto di cura declinandolo secondo un principio che sta diventando sempre più individualista e costantemente meno votato al rispetto e all’attenzione verso l’altro da sé. L’occuparsi e il preoccuparsi della nostra vita consistono, invece, nel prendersi cura del nostro tempo, delle relazioni che ci connettono agli altri e, quindi, del mondo sociale. La pluralità di volti della scuola odierna rappresenta l’esito - sul piano sincronico - di un processo di accelerazione diacronica; infatti, l’aumento della velocità della storia che caratterizza la nostra epoca ha portato a un accavallarsi dei cambiamenti della scuola. La complessità dei volti della scuola viene così a delinearsi in un quadro che vede la crisi del modello tradizionale, aggravato anche dalla difficoltà di un modello di scuola democratica moderna, e che apre via via a un sempre più crescente costrutto pratico di scuola neoliberista. Il richiamo, in questa sede, può sicuramente essere quello che vede nella scuola un modello vicino al concetto tradizionale di tempio della cultura, di tipo ideale, coniugandolo evidentemente con la sfrenata parcellizzazione del presente, del tempo liquido e puntillistico che caratterizza la scuola dell’oggi. In più, vi è attualmente una società che fa della frammentazione valoriale il proprio punto di riferimento più solido, incardinando il pensiero in una moltitudine e multidimensionalità della persona inserita in una logica consumistica, in una dinamica di mercato, di cittadino consumatore piuttosto che responsabile. Il presente contributo, sulla scorta di queste brevi riflessioni, mira a rimarcare la necessità di instaurare un clima votato al benessere interno della classe, e più in generale allo star bene all’interno del mondo scuola, dando alla stessa il costrutto proprio di comunità educante, restituendo gli elementi indispensabili alla persona in formazione per costruirsi una solida base di valori educativi indispensabili alla convivenza all’interno della comunità. Una pratica di welfare che recupera gli aspetti relazionali più prossimi e li coniuga con una pratica di senso di comunità, e di benessere, che diventano propedeutici alla costruzione di un percorso personale che passa attraverso la pratica di responsabilità, che genera relazioni educative solide, volte alla giusta cura della persona.
Pratiche di welfare tra formale e non formale: la cura come fabbrica dell’essere
Vito Balzano
2025-01-01
Abstract
Il clima che caratterizza oggi il mondo della scuola, inteso come il più rappresentativo tra i contesti formali, richiama l’attenzione della pedagogia sociale verso l’analisi di una idea di benessere che si lega sempre più al valore degli attori in campo piuttosto che allo spazio che li ospita. La cura, qui intesa come fabbrica dell’essere, restituisce alla persona una dimensione nuova di costruzione identitaria, che guarda con particolare attenzione al concetto di “occuparsi” e di “preoccuparsi” in quanto cura dell’essere per la propria durata e conservazione. Il contesto esterno, il piano non formale, caratterizza diversamente il concetto di cura declinandolo secondo un principio che sta diventando sempre più individualista e costantemente meno votato al rispetto e all’attenzione verso l’altro da sé. L’occuparsi e il preoccuparsi della nostra vita consistono, invece, nel prendersi cura del nostro tempo, delle relazioni che ci connettono agli altri e, quindi, del mondo sociale. La pluralità di volti della scuola odierna rappresenta l’esito - sul piano sincronico - di un processo di accelerazione diacronica; infatti, l’aumento della velocità della storia che caratterizza la nostra epoca ha portato a un accavallarsi dei cambiamenti della scuola. La complessità dei volti della scuola viene così a delinearsi in un quadro che vede la crisi del modello tradizionale, aggravato anche dalla difficoltà di un modello di scuola democratica moderna, e che apre via via a un sempre più crescente costrutto pratico di scuola neoliberista. Il richiamo, in questa sede, può sicuramente essere quello che vede nella scuola un modello vicino al concetto tradizionale di tempio della cultura, di tipo ideale, coniugandolo evidentemente con la sfrenata parcellizzazione del presente, del tempo liquido e puntillistico che caratterizza la scuola dell’oggi. In più, vi è attualmente una società che fa della frammentazione valoriale il proprio punto di riferimento più solido, incardinando il pensiero in una moltitudine e multidimensionalità della persona inserita in una logica consumistica, in una dinamica di mercato, di cittadino consumatore piuttosto che responsabile. Il presente contributo, sulla scorta di queste brevi riflessioni, mira a rimarcare la necessità di instaurare un clima votato al benessere interno della classe, e più in generale allo star bene all’interno del mondo scuola, dando alla stessa il costrutto proprio di comunità educante, restituendo gli elementi indispensabili alla persona in formazione per costruirsi una solida base di valori educativi indispensabili alla convivenza all’interno della comunità. Una pratica di welfare che recupera gli aspetti relazionali più prossimi e li coniuga con una pratica di senso di comunità, e di benessere, che diventano propedeutici alla costruzione di un percorso personale che passa attraverso la pratica di responsabilità, che genera relazioni educative solide, volte alla giusta cura della persona.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


