Space and Place in The Signalman, racconto 'perfetto' di C. Dickens

Space e Place sono stati analizzati da critici quali F. Jameson, Davie, M. De Certeau e naturalmente Harvey e Lefebvre che hanno a lungo invitato a considerarli con maggiore attenzione rispetto al privilegiato Time nella narrativa non solo post-moderna e coloniale, ma anche in quella modernista e ancor più in quella ottocentesca dell’epoca delle grandi trasformazioni legate all’avvento della ferrovia. Si è preso, allora, in esame il rapporto ambivalente che Dickens, più noto come cantore dello spazio urbano, ma soprattutto di quello privato, della home ‘vittoriana’, rivela più volte di sentire verso il ‘moving’, la ‘vagranza’, esperienze di vagabondaggio e, dunque, di conoscenza e scoperta del nuovo e del diverso. Date tali premesse, si sono studiati i concetti di spazio e luogo in un racconto famoso The Signalman, del 1866 per il numero natalizio del magazine ‘All the Year Round’. L’analisi linguistica della short story ha portato a mettere in evidenza come quel luogo non sia che il simbolo della modernità con tutte le problematiche che quella comportava nella quotidianità di ciascuno, sottolineando anche come si creasse tra i due protagonisti una spazialità frutto della diversa appartenenza sociale. Nell’ambito dello spazio simbolico del racconto non si può non considerare altri due tipi di spazio anch’essi definiti sociale da Lefebve: quello della pagina bianca, ovvero del magazine su cui compariva la short story e lo spazio della lettera del racconto stesso che, finalizzato ad allietare una sera in famiglia durante il Natale, vedeva contrapporsi il calore proprio della casa, di quel ‘unclosed and humanized space’ al freddo e desolato ‘luogo ferroviario’ del racconto, emblema di un mondo esterno pieno di novità sconvolgenti e misteriose