Nel nostro Paese, le radici di un nuovo regionalismo possono farsi risalire alla Legge 142 dell’8 giugno 1990, che aveva introdotto il concetto di una governance territoriale fondata sull’approccio attivo ai problemi, sulla costruzione di una rete di soggetti attuatori pubblico/privato e su scenari programmatici innovativi rispetto all’investimento delle risorse tutto incentrato sui concetti di sussidiarietà e cooperazione interistituzionale. In seguito, nello scorso trentennio, la riforma dello Stato italiano ha continuato a evolversi in senso regionalista sino a giungere alla Legge 86 del 2024. È innegabile che tale percorso abbia generato nuovi processi di territorializzazione che hanno delineato una riorganizzazione dello spazio nazionale. Uno degli ambiti su cui si potrebbe cominciare a riflettere è quello dei trasporti urbani. I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) previsti dalla Legge 86 del 2024 dovrebbero assicurare un livello di accessibilità teso a garantire tutte le pratiche di mobilità ma ciò accadrà realmente? I Lep saranno in grado di ripianare le disuguaglianze relative ai trasporti non solo da un punto di vista territoriale e sociale ma anche da un punto di vista temporale? Nella valutazione dell’accessibilità oltre ai parametri oggettivi si tiene conto delle valutazioni soggettive che sono espressione dello stato di benessere di un territorio? Mentre l’approvazione della Legge 86 del 26 giugno 2024 «Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma, della Costituzione» ha riacceso il dibattito riguardo al rapporto tra Amministrazioni centrali e periferiche, il percorso analitico di questo lavoro intende contestualizzare e approfondire le criticità di ordine tecnico-applicativo del dispositivo normativo, con riferimento al settore dei Trasporti. Nella prima parte del contributo si delinea il quadro generale della divisione dei poteri tra i livelli di governo a livello europeo e si svolge una analisi della spesa pubblica nel comparto della viabilità attraverso i «Conti Pubblici Territoriali» (CPT). Nella seconda parte, si approfondiscono la metodologia di calcolo e le criticità definitorie e applicative dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) nel settore dei trasporti.

Autonomia differenziata e trasporto pubblico

Mariateresa Gattullo;Elisabetta Venezia
2024-01-01

Abstract

Nel nostro Paese, le radici di un nuovo regionalismo possono farsi risalire alla Legge 142 dell’8 giugno 1990, che aveva introdotto il concetto di una governance territoriale fondata sull’approccio attivo ai problemi, sulla costruzione di una rete di soggetti attuatori pubblico/privato e su scenari programmatici innovativi rispetto all’investimento delle risorse tutto incentrato sui concetti di sussidiarietà e cooperazione interistituzionale. In seguito, nello scorso trentennio, la riforma dello Stato italiano ha continuato a evolversi in senso regionalista sino a giungere alla Legge 86 del 2024. È innegabile che tale percorso abbia generato nuovi processi di territorializzazione che hanno delineato una riorganizzazione dello spazio nazionale. Uno degli ambiti su cui si potrebbe cominciare a riflettere è quello dei trasporti urbani. I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) previsti dalla Legge 86 del 2024 dovrebbero assicurare un livello di accessibilità teso a garantire tutte le pratiche di mobilità ma ciò accadrà realmente? I Lep saranno in grado di ripianare le disuguaglianze relative ai trasporti non solo da un punto di vista territoriale e sociale ma anche da un punto di vista temporale? Nella valutazione dell’accessibilità oltre ai parametri oggettivi si tiene conto delle valutazioni soggettive che sono espressione dello stato di benessere di un territorio? Mentre l’approvazione della Legge 86 del 26 giugno 2024 «Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma, della Costituzione» ha riacceso il dibattito riguardo al rapporto tra Amministrazioni centrali e periferiche, il percorso analitico di questo lavoro intende contestualizzare e approfondire le criticità di ordine tecnico-applicativo del dispositivo normativo, con riferimento al settore dei Trasporti. Nella prima parte del contributo si delinea il quadro generale della divisione dei poteri tra i livelli di governo a livello europeo e si svolge una analisi della spesa pubblica nel comparto della viabilità attraverso i «Conti Pubblici Territoriali» (CPT). Nella seconda parte, si approfondiscono la metodologia di calcolo e le criticità definitorie e applicative dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) nel settore dei trasporti.
2024
978 88 498 8325 1
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/526640
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact