In tempi recenti, la parola resilienza (dal latino resilire, iterativo di salire, che rimanda a “saltare, rimbalzare, ritornare di colpo, ritirarsi, restringersi”) ha iniziato ad affermarsi in diversi ambiti di studio, con accezioni leggermente differenti che ruotano tutte intorno al concetto di ritorno di un materiale alla sua forma originaria. Utilizzato per la prima volta in senso figurato negli anni Ottanta per designare la capacità di una persona traumatizzata di riprendersi, di uscire fortificata e di riaprirsi alla vita, oggi il termine fa registrare ampissima diffusione nelle scienze umane e sociali, interessate non solo alle risorse personali in grado di assicurare resilienza, ma anche a tutto ciò che può rappresentare un fattore di sostegno indispensabile al rafforzamento di quest’ultima in ambito sociale. In tal senso, considerando la resilienza come capacità connaturata all’essere umano che va suscitata, rafforzata e perfezionata continuamente in ambito educativo, il contributo tenterà di evidenziarne la duplice essenza di virtù necessaria alla conduzione di una vita felice e al buon funzionamento delle democrazie. Attraverso procedimenti di tipo ermeneutico- interpretativo, infatti, la riflessione si concentrerà sul contributo che scuola, famiglie e associazioni possono assicurare per promuovere resilienza nei singoli e nei gruppi, prevenendo così l’esclusione sociale e tutto ciò che potrebbe ostacolare l’esercizio della cittadinanza nella dimensione rappresentativa e partecipativa.
Educare alla resilienza come virtù democratica: il ruolo della scuola e della famiglia
Antonia Rubini
2024-01-01
Abstract
In tempi recenti, la parola resilienza (dal latino resilire, iterativo di salire, che rimanda a “saltare, rimbalzare, ritornare di colpo, ritirarsi, restringersi”) ha iniziato ad affermarsi in diversi ambiti di studio, con accezioni leggermente differenti che ruotano tutte intorno al concetto di ritorno di un materiale alla sua forma originaria. Utilizzato per la prima volta in senso figurato negli anni Ottanta per designare la capacità di una persona traumatizzata di riprendersi, di uscire fortificata e di riaprirsi alla vita, oggi il termine fa registrare ampissima diffusione nelle scienze umane e sociali, interessate non solo alle risorse personali in grado di assicurare resilienza, ma anche a tutto ciò che può rappresentare un fattore di sostegno indispensabile al rafforzamento di quest’ultima in ambito sociale. In tal senso, considerando la resilienza come capacità connaturata all’essere umano che va suscitata, rafforzata e perfezionata continuamente in ambito educativo, il contributo tenterà di evidenziarne la duplice essenza di virtù necessaria alla conduzione di una vita felice e al buon funzionamento delle democrazie. Attraverso procedimenti di tipo ermeneutico- interpretativo, infatti, la riflessione si concentrerà sul contributo che scuola, famiglie e associazioni possono assicurare per promuovere resilienza nei singoli e nei gruppi, prevenendo così l’esclusione sociale e tutto ciò che potrebbe ostacolare l’esercizio della cittadinanza nella dimensione rappresentativa e partecipativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


