The contribution aims to highlight some points in Wieacker’s reflec-tion in which he shows clear references to Schulz’s work, in particular rejecting his Savignian approach, aimed at a study of Roman legal science as a collective subject with general characteristics, declaring himself instead in favor of a study that grasps its individuality and accentuates the dimension of historicity. But despite the enunciation of such an orientation, it is possible to record some of Wieacker’s oscillations, which hint at a certain difficulty in setting aside the idea of the fungibility of roman jurists.

Il contributo si propone di evidenziare alcuni punti della riflessione di Wieacker in cui emergono chiari riferimenti all'opera di Schulz, in particolare rifiutando il suo approccio di matrice savigniana, volto a uno studio della giurisprudenza romana come soggetto collettivo con caratteristiche generali, dichiarandosi invece a favore di uno studio che ne colga l'individualità e accentui la dimensione della storicità. Ma a dispetto di tale enunciazione, è possibile registrare alcune oscillazioni di Wieacker, che lasciano intendere una certa difficoltà ad accantonare l'idea della fungibilità dei giuristi romani

Tra fungibilità e infungibilità dei giuristi romani: echi di Schulz e oscillazioni di Wieacker

Starace Pia
2024-01-01

Abstract

The contribution aims to highlight some points in Wieacker’s reflec-tion in which he shows clear references to Schulz’s work, in particular rejecting his Savignian approach, aimed at a study of Roman legal science as a collective subject with general characteristics, declaring himself instead in favor of a study that grasps its individuality and accentuates the dimension of historicity. But despite the enunciation of such an orientation, it is possible to record some of Wieacker’s oscillations, which hint at a certain difficulty in setting aside the idea of the fungibility of roman jurists.
2024
979-12-211-1216-0
Il contributo si propone di evidenziare alcuni punti della riflessione di Wieacker in cui emergono chiari riferimenti all'opera di Schulz, in particolare rifiutando il suo approccio di matrice savigniana, volto a uno studio della giurisprudenza romana come soggetto collettivo con caratteristiche generali, dichiarandosi invece a favore di uno studio che ne colga l'individualità e accentui la dimensione della storicità. Ma a dispetto di tale enunciazione, è possibile registrare alcune oscillazioni di Wieacker, che lasciano intendere una certa difficoltà ad accantonare l'idea della fungibilità dei giuristi romani
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