Damasco è caduta, con essa cadono anche le poche speranze di riottenere nel prossimo futuro una stabilizzazione del Medio Oriente, ormai scheggiato in territorialità, etnie, nazionalità e movimenti che si ispirano ora al Sunnismo, ora allo Sciismo, rendendo opaca la situazione e solo prevedibile in una prospettiva di Siria frazionata in satrapie, con regioni che si contenderanno il primato e la legittimità del governo rispetto ad altre; con ulteriori capi che dovranno gestire interessi etnici e tribali con le loro storie secolari. Il compito infatti di al-Jawalani, o anche al-Jolani, capo del Hay’t Tahrir al-Sham, attualmente riconosciuto vincitore sul regime di Bashar al-Assad, sarà quello di riunire le varie parti del paese, non mostrando di essere stato solo in grado di cacciare via dalla Siria gli Sciiti nella millenaria vicenda che divide e affligge i mussulmani.
Tavolo verde in Oriente con la caduta di Damasco e l' "azzardo" della Nato
Gianfranco Longo
2024-01-01
Abstract
Damasco è caduta, con essa cadono anche le poche speranze di riottenere nel prossimo futuro una stabilizzazione del Medio Oriente, ormai scheggiato in territorialità, etnie, nazionalità e movimenti che si ispirano ora al Sunnismo, ora allo Sciismo, rendendo opaca la situazione e solo prevedibile in una prospettiva di Siria frazionata in satrapie, con regioni che si contenderanno il primato e la legittimità del governo rispetto ad altre; con ulteriori capi che dovranno gestire interessi etnici e tribali con le loro storie secolari. Il compito infatti di al-Jawalani, o anche al-Jolani, capo del Hay’t Tahrir al-Sham, attualmente riconosciuto vincitore sul regime di Bashar al-Assad, sarà quello di riunire le varie parti del paese, non mostrando di essere stato solo in grado di cacciare via dalla Siria gli Sciiti nella millenaria vicenda che divide e affligge i mussulmani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.