La recente vittoria di Donald Trump, facilmente prevedibile, quale 47° Presidente degli Stati Uniti, suggerisce una domanda: ci sarà un’accelerazione nel processo di pace in corso fra Europa e Medio Oriente o verranno ad ampliarsi i fronti di guerra? Importante resta da chiedersi, anche, se davvero si potrà raggiungere un assetto di pace che possa considerarsi autonomo da meccanismi di condizionamento politico o economico, o se invece si continuerà ad assistere a una limitazione dell’equilibrio fra le nazioni, influenzato soltanto da dinamiche verso una pace eteronoma, dinamiche dipendenti da una variegata serie di effetti, concomitanti, come ad esempio le elezioni di un capo di Stato e la caduta di un altro, o come il mutamento di sistemi economici dati per inalterabili e inattaccabili, ma poi improvvisamente distrutti da crisi ed eventi del tutto imprevedibili.
Dopo il voto in America Est e Ovest incrocino gli sguardi in una comune speranza di pace
Gianfranco Longo
2024-01-01
Abstract
La recente vittoria di Donald Trump, facilmente prevedibile, quale 47° Presidente degli Stati Uniti, suggerisce una domanda: ci sarà un’accelerazione nel processo di pace in corso fra Europa e Medio Oriente o verranno ad ampliarsi i fronti di guerra? Importante resta da chiedersi, anche, se davvero si potrà raggiungere un assetto di pace che possa considerarsi autonomo da meccanismi di condizionamento politico o economico, o se invece si continuerà ad assistere a una limitazione dell’equilibrio fra le nazioni, influenzato soltanto da dinamiche verso una pace eteronoma, dinamiche dipendenti da una variegata serie di effetti, concomitanti, come ad esempio le elezioni di un capo di Stato e la caduta di un altro, o come il mutamento di sistemi economici dati per inalterabili e inattaccabili, ma poi improvvisamente distrutti da crisi ed eventi del tutto imprevedibili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.