L’interesse degli studiosi, sempre più crescente negli ultimi anni, sulla scultura lignea barocca napoletana ha finalmente colmato il vuoto storico-critico e stimolato vere e proprie campagne di ricognizioni di sculture sul territorio dell’Italia meridionale. In particolare, numerosi sono stati gli approfondimenti sugli scultori più noti del Sei e Settecento napoletano, penso ad esempio a Gaetano Patalano, ai più noti Giacomo Colombo e Nicola Fumo, a Giuseppe Picano, alla bottega dei Verzella. Napoli è stato il luogo di formazione per i più talentuosi artisti della Capitale e delle Province, come si può leggere dai contratti di apprendistato ad oggi pubblicati e intuire dalle pratiche di bottega rese note dalla pubblicazione degli Statuti delle Corporazioni. Così potrebbe iniziare la storia dello scultore Nicola Antonio Brudaglio, nato ad Andria nel 1703 in una famiglia in cui non si praticava l’arte, ma evidentemente provvisto di un talento straordinario se, dopo un apprendistato, forse presso una bottega di intagliatori locali della sua città, parte per Napoli e finisce per approdare nella più importante bottega dell’Italia meridionale del Settecento, quella appunto di Giacomo Colombo.
I contesti della scultura napoletana nel Settecento in Italia meridionale. Da Giacomo Colombo a Nicola Antonio Brudaglio
Di Liddo Isabella
2024-01-01
Abstract
L’interesse degli studiosi, sempre più crescente negli ultimi anni, sulla scultura lignea barocca napoletana ha finalmente colmato il vuoto storico-critico e stimolato vere e proprie campagne di ricognizioni di sculture sul territorio dell’Italia meridionale. In particolare, numerosi sono stati gli approfondimenti sugli scultori più noti del Sei e Settecento napoletano, penso ad esempio a Gaetano Patalano, ai più noti Giacomo Colombo e Nicola Fumo, a Giuseppe Picano, alla bottega dei Verzella. Napoli è stato il luogo di formazione per i più talentuosi artisti della Capitale e delle Province, come si può leggere dai contratti di apprendistato ad oggi pubblicati e intuire dalle pratiche di bottega rese note dalla pubblicazione degli Statuti delle Corporazioni. Così potrebbe iniziare la storia dello scultore Nicola Antonio Brudaglio, nato ad Andria nel 1703 in una famiglia in cui non si praticava l’arte, ma evidentemente provvisto di un talento straordinario se, dopo un apprendistato, forse presso una bottega di intagliatori locali della sua città, parte per Napoli e finisce per approdare nella più importante bottega dell’Italia meridionale del Settecento, quella appunto di Giacomo Colombo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.