Nonostante il concetto di Corporate Social Responsibility (in prosieguo CSR) si sia, in un primo momento, affermato ed evoluto a livello internazionale, l’Unione europea ha introdotto, sin dagli albori del nuovo millennio, una molteplicità eterogenea di strumenti in materia di responsabilità sociale d’impresa, tanto da rendere quest’ultima una tematica fondamentale e funzionale al raggiungimento degli obiettivi in materia economica e sociale. L’opportunità di migliorare la trasparenza delle informazioni ambientali e sociali fornite dalle imprese, con il preciso fine di renderle comparabili in tutti gli Stati membri ed individuare i rischi di sostenibilità, è stata considerata, fin dal principio dell’azione europea in materia, uno strumento necessario per valutare e gestire l’impatto dell’attività d’impresa sulla società. Il più recente ed incisivo risultato di tale azione è rappresentato dall’adozione della direttiva 2014/95/UE che ha introdotto, per l’appunto, l’obbligo di divulgazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di determinate imprese, e gruppi di società, di grandi dimensioni. Con il presente contributo si intende svolgere un’analisi critica dell’effettiva portata della menzionata direttiva e, a tal fine, giova preliminarmente ricostruire, a grandi linee, il quadro generale di diffusione della responsabilità sociale d’impresa nel contesto dell’Unione europea, nel tentativo di coglierne gli elementi positivi e, in taluni casi, le ambiguità.
L’obbligo di divulgazione di informazioni di carattere non finanziario quale strumento di Corporate Social Responsibility nel quadro dell’Unione europea
Federico Ceci
2019-01-01
Abstract
Nonostante il concetto di Corporate Social Responsibility (in prosieguo CSR) si sia, in un primo momento, affermato ed evoluto a livello internazionale, l’Unione europea ha introdotto, sin dagli albori del nuovo millennio, una molteplicità eterogenea di strumenti in materia di responsabilità sociale d’impresa, tanto da rendere quest’ultima una tematica fondamentale e funzionale al raggiungimento degli obiettivi in materia economica e sociale. L’opportunità di migliorare la trasparenza delle informazioni ambientali e sociali fornite dalle imprese, con il preciso fine di renderle comparabili in tutti gli Stati membri ed individuare i rischi di sostenibilità, è stata considerata, fin dal principio dell’azione europea in materia, uno strumento necessario per valutare e gestire l’impatto dell’attività d’impresa sulla società. Il più recente ed incisivo risultato di tale azione è rappresentato dall’adozione della direttiva 2014/95/UE che ha introdotto, per l’appunto, l’obbligo di divulgazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di determinate imprese, e gruppi di società, di grandi dimensioni. Con il presente contributo si intende svolgere un’analisi critica dell’effettiva portata della menzionata direttiva e, a tal fine, giova preliminarmente ricostruire, a grandi linee, il quadro generale di diffusione della responsabilità sociale d’impresa nel contesto dell’Unione europea, nel tentativo di coglierne gli elementi positivi e, in taluni casi, le ambiguità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.