Con decisione del Consiglio del 12 luglio 2022 (n. 2022/1206), l’Unione europea ha aderito alla Convenzione sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale (di seguito, anche, la “Convenzione” o “Judgments Convention”), approvata il 2 luglio 2019 al termine della ventiduesima sessione diplomatica della Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato. L’adesione è stata approvata a nome dell’Unione, che – come emerge dall’art. 3 della citata decisione – ha formulato la dichiarazione richiesta ex art. 27, par. 1, della Convenzione, dalla quale risulta che essa è competente per tutte le materie disciplinate dallo strumento convenzionale. Pertanto, gli Stati membri non firmeranno, ratificheranno, accetteranno o approveranno la Convenzione, ma ne saranno vincolati in forza di detta adesione, ad eccezione della Danimarca. Essa, com’è noto, in virtù degli artt. 1 e 2 del protocollo n. 22 sulla posizione della Danimarca, allegato al TUE e al TFUE, non partecipa all’adozione da parte del Consiglio delle misure relative alla cooperazione giudiziaria in materia civile. La Convenzione è uno strumento multilaterale che, attraverso un sistema di norme uniformi sulla circolazione delle decisioni straniere, si pone l’obiettivo di agevolare l’accesso alla giustizia in termine globali e, conseguentemente, incrementare il commercio e gli investimenti internazionali. L’adesione dell’Unione alla c.d. Judgments Convention appare particolarmente rilevante sia in termini strategico-politici, sia sotto un profilo prettamente giuridico. Contestualmente, i motivi ostativi al riconoscimento e all’esecuzione delle sentenze straniere previsti dalla Convenzione consentiranno ai giudici nazionali degli Stati membri di verificare che le suddette decisioni, pur provenendo da ordinamenti non allineati con la tradizione giuridica continentale, non si pongano in contrasto con i principi fondamentali del diritto dell’Unione, quali l’equo processo, il diritto di difesa e a un giudice imparziale. Alla luce di queste premesse, con il presente lavoro si tenterà di offrire un breve commento critico alle norme della Convenzione e alla portata applicativa delle stesse, per poi delinearne i possibili sviluppi futuri. Preliminarmente, tuttavia, sarà necessario un sintetico inquadramento del panorama giuridico attualmente in vigore a livello europeo con riguardo alla circolazione delle decisioni straniere in materia civile e commerciale.

Osservazioni sull’adesione dell’Unione europea alla Convenzione dell’Aja del 2019 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale

Federico Ceci
2022-01-01

Abstract

Con decisione del Consiglio del 12 luglio 2022 (n. 2022/1206), l’Unione europea ha aderito alla Convenzione sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale (di seguito, anche, la “Convenzione” o “Judgments Convention”), approvata il 2 luglio 2019 al termine della ventiduesima sessione diplomatica della Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato. L’adesione è stata approvata a nome dell’Unione, che – come emerge dall’art. 3 della citata decisione – ha formulato la dichiarazione richiesta ex art. 27, par. 1, della Convenzione, dalla quale risulta che essa è competente per tutte le materie disciplinate dallo strumento convenzionale. Pertanto, gli Stati membri non firmeranno, ratificheranno, accetteranno o approveranno la Convenzione, ma ne saranno vincolati in forza di detta adesione, ad eccezione della Danimarca. Essa, com’è noto, in virtù degli artt. 1 e 2 del protocollo n. 22 sulla posizione della Danimarca, allegato al TUE e al TFUE, non partecipa all’adozione da parte del Consiglio delle misure relative alla cooperazione giudiziaria in materia civile. La Convenzione è uno strumento multilaterale che, attraverso un sistema di norme uniformi sulla circolazione delle decisioni straniere, si pone l’obiettivo di agevolare l’accesso alla giustizia in termine globali e, conseguentemente, incrementare il commercio e gli investimenti internazionali. L’adesione dell’Unione alla c.d. Judgments Convention appare particolarmente rilevante sia in termini strategico-politici, sia sotto un profilo prettamente giuridico. Contestualmente, i motivi ostativi al riconoscimento e all’esecuzione delle sentenze straniere previsti dalla Convenzione consentiranno ai giudici nazionali degli Stati membri di verificare che le suddette decisioni, pur provenendo da ordinamenti non allineati con la tradizione giuridica continentale, non si pongano in contrasto con i principi fondamentali del diritto dell’Unione, quali l’equo processo, il diritto di difesa e a un giudice imparziale. Alla luce di queste premesse, con il presente lavoro si tenterà di offrire un breve commento critico alle norme della Convenzione e alla portata applicativa delle stesse, per poi delinearne i possibili sviluppi futuri. Preliminarmente, tuttavia, sarà necessario un sintetico inquadramento del panorama giuridico attualmente in vigore a livello europeo con riguardo alla circolazione delle decisioni straniere in materia civile e commerciale.
2022
979-12-5976-518-5
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/519084
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact