Al fine di coinvolgere gli attori privati, e in particolare le imprese di grandi dimensioni, nel percorso di transizione dell’UE verso un’economia verde e climaticamente neutra, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, la Commissione, il 23 febbraio 2022, ha presentato una proposta di direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (la “Proposta”). La Proposta, con base giuridica negli artt. 50 e 114 TFUE, prevede, da una parte, obblighi rispetto agli impatti negativi, effettivi e potenziali, sui diritti umani e sull’ambiente, in capo a determinate imprese, alle controllate e ai partner commerciali di esse, e, dall’altra parte, che le società inadempienti rispetto a tali obblighi debbano essere ritenute responsabili civilmente nei confronti delle persone fisiche o giuridiche danneggiate. Lo strumento in esame, pertanto, è volto a porre rimedio all’impunità delle multinazionali per violazioni dei diritti umani e delle norme a tutela dell’ambiente, consentendo di superare la frammentarietà delle discipline degli Stati membri in materia, con ricadute positive in termini di certezza del diritto e condizioni di parità nel mercato interno. Il contributo, attraverso un’analisi sistematica della Proposta e – sin qui – della posizione negoziale del Consiglio , intende considerare l’incidenza della nuova normativa sulla tutela dei singoli in relazione al regime di responsabilità delle società, con particolare riguardo ai riflessi sull’ordinamento italiano. L’analisi terrà conto anche del rapporto tra le norme della direttiva e le previsioni di diritto internazionale privato dell’UE in materia di giurisdizione e legge applicabile agli illeciti extracontrattuali.
Considerazioni critiche sull’ambito di applicazione e altri profili sistematici della recente proposta di direttiva sul dovere di diligenza ai fini della sostenibilità
Federico Ceci
2023-01-01
Abstract
Al fine di coinvolgere gli attori privati, e in particolare le imprese di grandi dimensioni, nel percorso di transizione dell’UE verso un’economia verde e climaticamente neutra, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, la Commissione, il 23 febbraio 2022, ha presentato una proposta di direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (la “Proposta”). La Proposta, con base giuridica negli artt. 50 e 114 TFUE, prevede, da una parte, obblighi rispetto agli impatti negativi, effettivi e potenziali, sui diritti umani e sull’ambiente, in capo a determinate imprese, alle controllate e ai partner commerciali di esse, e, dall’altra parte, che le società inadempienti rispetto a tali obblighi debbano essere ritenute responsabili civilmente nei confronti delle persone fisiche o giuridiche danneggiate. Lo strumento in esame, pertanto, è volto a porre rimedio all’impunità delle multinazionali per violazioni dei diritti umani e delle norme a tutela dell’ambiente, consentendo di superare la frammentarietà delle discipline degli Stati membri in materia, con ricadute positive in termini di certezza del diritto e condizioni di parità nel mercato interno. Il contributo, attraverso un’analisi sistematica della Proposta e – sin qui – della posizione negoziale del Consiglio , intende considerare l’incidenza della nuova normativa sulla tutela dei singoli in relazione al regime di responsabilità delle società, con particolare riguardo ai riflessi sull’ordinamento italiano. L’analisi terrà conto anche del rapporto tra le norme della direttiva e le previsioni di diritto internazionale privato dell’UE in materia di giurisdizione e legge applicabile agli illeciti extracontrattuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.