Il presente lavoro esamina il rapporto tra pronuncia del giudice amministrativo e riesercizio del potere discrezionale. Si ripropone il tema classico che impone di comprendere se, e fino a che punto, l’amministrazione conservi uno spazio decisionale dopo una o piu` pronunce giudiziali. L’analisi viene condotta attraverso il confronto tra i principi dell’effettivita` della tutela giurisdizionale e della separazione dei poteri, per poi passare alla disamina delle teorie emerse in materia. Tra queste, si prendono in esame sia le soluzioni interpretative che hanno fatto leva su strumenti di natura sostanziale sia quelle fondate su argomenti di stampo processuale, onde poi evidenziarne i principali punti critici. In disparte l’apprezzabilita` dei tentativi ermeneutici proposti, si evidenzia l’assenza di una base legislativa certa e univoca che autorizzi i casi in cui il giudice possa sostituirsi all’amministrazione, specificando quando la discrezionalita` amministrativa possa ritenersi esaurita definitivamente. Infine, dopo un richiamo alla piu` recente giurisprudenza sull’argomento, il saggio tenta di offrire una soluzione alternativa al tema in esame, manifestando la necessita` di una previsione legislativa ad hoc che definisca, una volta per tutte, il potere del giudice rispetto alle prerogative dell’amministrazione.

Giudicato e riedizione del potere: esaurimento della discrezionalita` nel rapporto con la pronuncia del giudice amministrativo

Di Cagno Augusto
2020-01-01

Abstract

Il presente lavoro esamina il rapporto tra pronuncia del giudice amministrativo e riesercizio del potere discrezionale. Si ripropone il tema classico che impone di comprendere se, e fino a che punto, l’amministrazione conservi uno spazio decisionale dopo una o piu` pronunce giudiziali. L’analisi viene condotta attraverso il confronto tra i principi dell’effettivita` della tutela giurisdizionale e della separazione dei poteri, per poi passare alla disamina delle teorie emerse in materia. Tra queste, si prendono in esame sia le soluzioni interpretative che hanno fatto leva su strumenti di natura sostanziale sia quelle fondate su argomenti di stampo processuale, onde poi evidenziarne i principali punti critici. In disparte l’apprezzabilita` dei tentativi ermeneutici proposti, si evidenzia l’assenza di una base legislativa certa e univoca che autorizzi i casi in cui il giudice possa sostituirsi all’amministrazione, specificando quando la discrezionalita` amministrativa possa ritenersi esaurita definitivamente. Infine, dopo un richiamo alla piu` recente giurisprudenza sull’argomento, il saggio tenta di offrire una soluzione alternativa al tema in esame, manifestando la necessita` di una previsione legislativa ad hoc che definisca, una volta per tutte, il potere del giudice rispetto alle prerogative dell’amministrazione.
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