Nel 1896, in una Italia molto bigotta e perbenista, lo psichiatra e antropologo criminale Pasquale Penta fonda l’“Archivio delle psicopatie sessuali”, probabilmente la prima rivista al mondo a occuparsi in maniera diretta e specifica di devianze sessuali. Scopo della testata era quello di promuovere la conoscenza scientifica della sessualità, soprattutto delle sue forme patologiche. Nonostante l’eccezionalità e unicità della proposta editoriale e le vendite più che soddisfacenti, dopo pochi mesi la pubblicazione cessò. Nessuna spiegazione ufficiale fu data. In questo libro, con stile tanto pungente e accattivante quanto scientificamente rigoroso, si ripercorre l’iter che porta Penta alla fondazione di questa rivista, si analizzano alcuni dei casi più pruriginosi e bizzarri ospitati nelle pagine dell’“Archivio” e si portano finalmente alla luce le possibili cause dell’interruzione di questa impresa editoriale tanto innovativa quanto scandalosamente scomoda.
Sessualità perversa. Breve storia di una rivista scandalosa
lorenzo leporiere
2024-01-01
Abstract
Nel 1896, in una Italia molto bigotta e perbenista, lo psichiatra e antropologo criminale Pasquale Penta fonda l’“Archivio delle psicopatie sessuali”, probabilmente la prima rivista al mondo a occuparsi in maniera diretta e specifica di devianze sessuali. Scopo della testata era quello di promuovere la conoscenza scientifica della sessualità, soprattutto delle sue forme patologiche. Nonostante l’eccezionalità e unicità della proposta editoriale e le vendite più che soddisfacenti, dopo pochi mesi la pubblicazione cessò. Nessuna spiegazione ufficiale fu data. In questo libro, con stile tanto pungente e accattivante quanto scientificamente rigoroso, si ripercorre l’iter che porta Penta alla fondazione di questa rivista, si analizzano alcuni dei casi più pruriginosi e bizzarri ospitati nelle pagine dell’“Archivio” e si portano finalmente alla luce le possibili cause dell’interruzione di questa impresa editoriale tanto innovativa quanto scandalosamente scomoda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.